La lotta allo spreco comincia a tavola: ecco come “valorizzare” gli avanzi delle feste di Natale

Dopo i pranzi e i cenoni tante famiglie si ritrovano i frigoriferi pieni di pietanze di ogni genere

Passato il Natale, in otto case su dieci la parola d’ordine è “vietato sprecare”. Lo rileva l’indagine Coldiretti/Ixè svolta nelle ultime ore tra le famiglie italiane. E, nella sostanza, ci dice che la sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali, si sta diffondendo sempre di più. L’indagine riferisce che solo il 9% delle famiglie non avanza niente, che il 2% dona il cibo avanzato in beneficenza e che l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. Per il resto vale la regola del riciclo. E a questo proposito la Coldiretti ha allegato all’indagine un breve vademecum.

L’uso corretto del frigo

«Le pietanze avanzate non devono essere inserite quando sono ancora calde e vanno adeguatamente coperte e non ammassate l’una sull’altra per permettere al freddo di circolare. Quelle più facilmente deperibili devono inoltre essere collocate nella parte bassa del frigo. Quando ad avanzare sono interi vassoi di cibo il congelatore può essere un’ottima soluzione, ma è sempre meglio dividerli in piccole porzioni così da consumare di volta in volta solo le quantità che servono»

Lo scongelamento dei cibi

«Per scongelare le pietanze si può utilizzare il forno a microonde o il vapore di una pentola di acqua calda, ma la soluzione migliore, seppure più lenta, è quella di utilizzare il frigo, dove il passaggio di temperatura è più costante. Una volta scongelate, vanno consumate entro ventiquattr’ore ore e non possono essere congelate nuovamente».

Il recupero degli avanzi

«Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta. La frutta secca avanzata può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente “torrone”. Con la frutta fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie».

Come riscaldare il cibo

«Il cibo avanzato non va riscaldato più di una volta. Quando vanno messi sui fornelli minestre, sughi e salse del giorno prima vanno fatte bollire, mentre per gli altri piatti si consiglia comunque di portare la temperatura sopra i 70 gradi. In questo modo saremo sicuri di evitare il rischio di proliferazione di batteri».

Attenzione ai contenitori

«Una buona soluzione può essere il vetro, a partire dai barattoli con tappo a chiusura ermetica che consentono di conservare meglio le caratteristiche organolettiche del cibo. L’altra soluzione, più “tecnica”, è l’uso del sottovuoto che permette di allungare ulteriormente la “seconda vita” delle pietanze».

L’indagine effettuata della Coldiretti riporta anche le cifre della spesa sostenuta i giorni scorsi dalle famiglie. In totale gli Italiani hanno riservato alla tavola quasi 2,7 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale. Per il pesce, le carni e i salumi la spesa è stata di 950 milioni; per lo spumante, i vini ed altre bevande di 550 milioni; per i dolci (compresi panettone e pandoro) di 300 milioni; per gli ortaggi, le conserve, la frutta fresca e secca di 550 milioni; per la pasta e il pane di 200 milioni; per i formaggi e le uova di 190 milioni

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