Perché il voto di oggi in Usa interessa anche noi europei

I destini elettorali di Biden e Trump riguardano anche noi, che non siamo cowboy di prateria, ma contadini di pianura

Si vota, in America. E per tante ragioni (che non devono piacerci per forza, ma tanto ci sono lo stesso) la cosa ci riguarda. Ci riguarda perché riguarda gli europei, e dunque anche gli italiani e i lodigiani.Con il voto di oggi si decideranno le nuove maggioranze nel Senato e alla Camera americana. Oggi è tutto nelle mani del partito democratico del presidente Biden. Da mercoledì, secondo i sondaggi, le cose potrebbero cambiare e gli equilibri ribaltarsi. Il presidente Biden potrebbe ritrovarsi nei panni di un’anatra zoppa, senza maggioranza alle camere. In linea di massima, non è niente di grave: praticamente tutti i presidenti americani, dal dopoguerra a oggi, hanno perso le elezioni di metà mandato. E comunque sono riusciti a governare senza troppi patemi. E anche le rielezioni (per quelli che si sono candidati per un secondo mandato, con l’eccezione di Ford, Bush sr e Trump) sono state faccende piuttosto semplici. Dunque, per Biden, il problema non è perdere le elezioni. Quello, pazienza capita. Il problema vero per Biden è capire perché: e la risposta, purtroppo per lui, sta tutta nell’inflazione. Gli americani non sono abituati all’inflazione, i più giovani di loro non l’avevano mai sentita nominare fino a pochi mesi fa, non la capiscono ma la detestano. Detestano il modo in cui ha svuotato da dentro i loro guadagni e i loro risparmi. E anche se la colpa del ritorno dell’inflazione non è di Biden, certo coincide con l’insediamento di Biden. E dunque è facile fare 2+2.

Qualcuno potrebbe avere la tentazione di scambiare questo voto per una rivincita di Trump o come una partenza in grande stile della sua prossima campagna per le presidenziali 2024 (conoscendo l’indole di Donald Trump, lui sicuramente lo farà). Ma in realtà non è detto sia così. Gli indici di popolarità dell’ex presidente sono ancora molto bassi e per quanto sia molto amato dalla base del suo partito, non lo è per niente dagli indipendenti. Quindi è più ragionevole pensare che queste elezioni siano più una sconfitta di Biden che una vittoria di Trump.

Eppure, non ce ne vogliano i signori Biden e Trump, la ragione per cui abbiamo iniziato questo articolo, non è parlare di loro e dei loro destini elettorali. Ma parlare di come questi riguardano anche noi, che non siamo cowboy di prateria, ma contadini di pianura.

Le ragioni per cui questo voto ci riguarda sono essenzialmente tre e sono la guerra (il sostegno americano all’Ucraina e all’Europa, con un parlamento trumpiano e dunque “amico” di Putin verrebbe meno o si indebolirebbe di molto); la faccenda del cambiamento climatico (Trump e i suoi hanno detto più volte di considerare quella del cambiamento climatico una bufala e di pensare che, anzi, più petrolio e carne rossa ci sono in circolazione meglio è per tutti) e infine la questione dell’economia. Trump, quando era presidente, aveva avviato una politica di dazi nei confronti della Cina e dell’Europa. Una politica il cui proseguimento è oggi, per noi, l’ultima cosa che ci serve.

© RIPRODUZIONE RISERVATA