LODIGIANO Cemento e inquinamento, il futuro è pieno di incognite

«Speriamo nel nuovo Piano territoriale che ha l’obiettivo di arrivare a una previsione di consumo del suolo inferiore al piano precedente, datato 2005»

Che la qualità dell’aria in pianura padana è la peggiore d’Europa se n’è accorto perfino il presidente della Regione, Attilio Fontana. Recentemente, si è recato a Bruxelles, sede del Parlamento europeo, per gridare in faccia agli esterrefatti parlamentari che la Valle del Po è un’area molto popolata e industrializzata (ma da quando?) e con condizioni morfologiche tali da favorire l’accumulo di sostanze inquinanti nell’atmosfera.

Per aggiungere subito dopo che «non possiamo essere ritenuti responsabili di una condizione orografica particolare che, in termini di qualità dell’aria, ci penalizza fortemente». Il corollario sottinteso è che sarà molto difficile, per non dire impossibile, che la Lombardia riesca a rientrare nei parametri.

Che fare allora? Ci diamo da fare in tutti i settori critici (agricoltura, allevamenti, logistica, sistemi di riscaldamento, ecc.) per migliorare la situazione e di conseguenza anche i parametri? Tranquilli, niente di tutto ciò.

Piuttosto, meglio chiedere che la nuova direttiva europea «possa prevedere il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria attraverso la definizione di percorsi ad hoc con gli stati membri che prendano in considerazione le peculiarità del tessuto produttivo e le condizioni geomorfologiche e meteoclimatiche locali». Dimenticando, o tralasciando volutamente, che la situazione in cui ci troviamo possa anche essere frutto delle (non) decisioni di chi ci governa da tanti anni. Insomma, qualche domanda dobbiamo pur farcela.

Come precisa il rapporto ISPRA, pubblicato recentemente anche sulle pagine del «Cittadino», la cementificazione in Lombardia negli ultimi quindici anni è cresciuta in modo esponenziale e Milano è la capofila in Italia.

Il Lodigiano, in questa classifica, si piazza al 4° posto, con un consumo del suolo di oltre 500 ettari (pari al 5%), preceduto solo da Milano, Varese e Como. Insomma, anche nel nostro piccolo, facciamo di tutto per emergere. Fortunatamente, sembra che in Provincia s’inizierà presto la discussione attorno al nuovo Piano Territoriale con l’obiettivo di arrivare a una previsione di consumo del suolo inferiore al piano precedente, datato 2005, attraverso un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori in gioco.

Un obiettivo realistico? Vista la tendenza attuale di sviluppo dei centri di logistica, sparsi a “macchia di leopardo” in tutto il Lodigiano, con gravi ripercussioni sulla viabilità ordinaria e sulla qualità dell’aria, fatichiamo a crederlo, ma vorremmo essere smentiti. Sperando che non sia comunque troppo tardi per migliorare la brutta aria che respiriamo.

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