Il protagonismo della Meloni nell’India dalle mille alleanze

Il rinnovato protagonismo che il governo italiano intende mostrare sulla scena internazionale ha trovato una significativa testimonianza nelle visite ufficiali che il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha compiuto la scorsa settimana in India e negli Emirati Arabi Uniti, ricucendo rapporti privilegiati con entrambi gli stati così da risolvere quegli elementi di criticità che si erano manifestati in anni recenti.

Infatti, con quest’ultima missione la premier è venuta a confermare la sensibilità mostrata dal nostro esecutivo nei confronti di due temi ormai ineludibili per l’agenda di politica estera che la Repubblica vuole perseguire: la difesa, campo nel quale si sono raggiunti significativi accordi con l’India, e l’energia, che è stato tra gli argomenti dell’incontro bilaterale che si è svolto ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti,

con la firma dell’accordo di cooperazione tra Eni e Adnoc, la compagnia petrolifera emiratina. In verità un fil rouge per nulla occulto ha legato le due mete di questo importante viaggio: entrambi gli stati intrattengono buone relazioni con la Federazione Russa e possono, quindi, giocare un importante ruolo in vista della risoluzione del conflitto in Ucraina.

In effetti, proprio l’agenzia di stampa ufficiale di Abu Dhabi ha confermato la volontà del presidente degli Emirati, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, di “cooperare con l’amica Italia per la pace, la cooperazione e la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la diplomazia”.

E se Abu Dahbi, per l’influenza che esercita in Libia e Cirenaica resta un partner rilevantissimo per il controllo del Mediterraneo (oltre al fatto che ben 600 nostre imprese operano negli Emirati), il gigante indiano, per la complessità delle strategie geopolitiche dispiegate dal governo di New Delhi, è attore imprescindibile in uno scacchiere vitale a livello planetario come quello rappresentato dall’Oceano Indiano e dal Pacifico, a cui l’Italia sta guardando con rinnovato interesse.

Non è un caso che in occasione di questa visita il nostro Paese abbia aderito alla Indo-Pacific Oceans Iniziative, piattaforma di cooperazione per la sicurezza nell’Indo-Pacifico promossa dal governo indiano. Tuttavia, a ben condurre le proprie strategie, il nostro esecutivo deve ricordare come l’India sia interprete somma della “diplomazia pluri-allineata”, scelta strategica esplicitata da una affermazione del ministro degli esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar contenuta nel suo libro The Indian Way (2020): “coinvolgere l’America, gestire i rapporti con la Cina, coltivare l’Europa, rassicurare la Russia, coinvolgere il Giappone, attrarre i vicini”.

Invero, l’India presenta una politica estera ubiquitaria: alleato storico della Russia, dalla quale riceve il 65 per cento dei propri armamenti, fa parte con gli Stati Uniti, l’Australia e il Giappone dell’Alleanza quadrilaterale per la sicurezza in funzione di contenimento della Cina.

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