Vincenzo Grossi, le memorie di un Santo

Il fascino della carta sottile e ingiallita dal tempo. La calligrafia d’epoca a consegnare ricordi, memorie e predicazione di un uomo dal carisma unico. Meglio, di un santo: San Vincenzo Grossi. È una donazione importante per valore storico e spirituale quella che dà visibilità a documenti originali e inediti riguardanti l’esistenza intensissima di San Vincenzo Grossi, fondatore della congregazione delle Suore Figlie dell’Oratorio, la cui Casa Madre Generalizia è a Lodi: il gesto – quello di chi ha a cuore la salvaguardia della memoria e della Storia – è del cremonese e storico Walter Montini, già senatore della Repubblica nell’XI Legislatura, un curriculum ricco di funzioni amministrative importanti (sia ministeriali che territoriali) e di incarichi culturali altrettanto significativi presso società storiche, riviste, comitati scientifici, centri culturali. È di pochi giorni fa la visita di Montini a Codogno, all’Istituto delle Figlie dell’Oratorio di via Pietrasanta. Accanto a lui, l’amico e già vicesindaco di Codogno Carlo Pizzamiglio, che della donazione è stato attivo sostenitore. E una valigetta dal contenuto prezioso.

Lettere e trascrizioni

Tra numerose fotografie d’epoca e riviste, tre sono le “chicche” documentali consegnate alle suore. La prima è una lettera manoscritta datata 23 maggio 1944: a scriverla è il nipote del santo, don Ubaldo Grossi, destinatario monsignor Pietro Savoldelli, sacerdote che visse per molti anni a Codogno. Piccole pagine centrate sulla figura dello zio, scritte senza lasciarsi guidare «da nepotismo di sorta. L’esempio l’imparai da lui – scrive don Ubaldo - , il quale amava i suoi nipoti e parenti, ma assolutamente, neppure con me, fu un nepotista». Il secondo documento trasuda emozione e non poteva che essere così: le otto pagine manoscritte risalgono al novembre 1917, scritte appena saputo della morte di don Vincenzo Grossi (allora parroco di Vicobellignano) dal sacerdote Angelo Secchi, allora parroco di Agoiolo. Lo scritto è un ricordo carico d’affetto che don Secchi scrive di getto e indirizza ai colleghi sacerdoti e ai parrocchiani di Vicobellignano. Il sacerdote parla di «amara perdita». E già evidenzia la natura di santità dell’allora “don Grossi”: «E voi pure piangerete con me la scomparsa di un santo collega e di un pastore zelantissimo». Importante anche la terza donazione documentale: alcune conferenze di Vincenzo Grossi, trascritte in bella calligrafia dalle suore dell’epoca, ricopiate dagli originali di San Vincenzo.

«Un dono grande»

«Oggi è un giorno di gioia. Quello che riceviamo è un dono grande e prezioso. Siamo felici e immensamente riconoscenti». Questa la soddisfazione della superiora dell’Istituto codognese suor Gabriella Ferrandi e di suor Marilena Borsotti, vice postulatrice della Causa di Canonizzazione di San Vincenzo Grossi, avvenuta in piazza San Pietro il 18 ottobre 2015. «Ho a cuore la salvaguardia della memoria storica e so che questi documenti saranno custoditi dalle Suore Figlie dell’Oratorio con tutto il rispetto e la tutela che meritano – ha sottolineato Walter Montini - . Sono convinto che la Storia abbia bisogno di precisione, di ordine, di regole strutturate per essere preservata». Un anno fa Montini fece un’altra donazione d’eccezione all’Istituto: le regole della Congregazione scritte proprio dal fondatore. Quel documento è conservato presso la Casa Madre dell’Istituto a Lodi, nell’archivio storico dove andranno anche i nuovi documenti consegnati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA