TELEKOMMANDO

Le “grandi manovre” di fine stagione

Queste ultime settimane sono come di consuetudine quelle che decretano per lo più la fine della stagione televisiva. Sono stati spenti i fuochi delle trasmissioni della Fascino come Uomini e donne e Amici. Per la prima vi è una coda “story” con “il meglio di”, per la seconda è troppa fresca la finale per sapere altro. Proprio a differenza del date show sentimental – litigioso che ormai tiene banco da mesi con la non più remota possibilità di approdare a una prima serata. Ovviamente la programmazione targata Mediaset non si ferma. Anzi, il reality permanente che sta alla base dei suoi palinsesti, peraltro sempre più criticato dai vertici dell’azienda di Cologno Monzese per le incessanti derive trash (la si tocca piano pure con le parole, altrimenti il livello andrebbe a pareggiare quelle dei partecipanti a tali programmi), continua con L’isola dei famosi e tra un po’ con Temptation Island. Questo da una parte, la parte come dire “commerciale” della tv italiana. Mentre cosa accade nella tv pubblica. Dal lato buono e rassicurante della tv italiana? Niente di nuovo a parte il solito balletto delle nomine che lottizza a beneficio di ogni governo le cariche di presidente, ad, direttore generale e a scendere direttori di rete e di tiggì. Insomma, le solite cose che però sono state sbaragliate dalla notizia che Fabio Fazio, uno dei nomi di punti della Rai, lascerà tutto per approdare sul 9. Insieme alla sodale di sempre, Luciana Littizzetto. Devo essere sincero: non mi pare, a differenza di tanti, niente di nuovo o di che. Il conduttore ligure sa il fatto suo e avrà valutato positivamente l’offerta proposta da Discovery. Mi sembra normale per un professionista. Al di là dei compensi che riceverà e al di là pure degli ascolti che farà con il nuovo programma che a naso sarà simile a Che tempo che fa o suppergiù a quello che ha sempre fatto. Più interessante invece di questi piccoli balli di provincia, la riconferma di Report, la più bella trasmissione d’inchiesta della tv nazionale. Irraggiungibile nell’infaticabile ricerca di verità, sempre più pirandelliana. Così è se vi pare: la tv.

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