TELEKOMMANDO Trash e pubblicità, la tv che fa cambiare canale

Il piccolo schermo deve rifugiarsi nel suo aureo passato

Finalmente Temptation Island ha fatto calare il sipario su questa volgarissima e trashissima edizione 2023. Non se ne poteva più con queste coppie, arrivate sull’isola già scoppiate e desiderose di riacquistare spazi di libertà unendosi a single tentatori. Capaci di mettere in piazza i loro sporchi panni fatti di incomprensioni, spesso puerili, visti anche la giovane età dei partecipanti. E infatti, difficilmente lascio un programma prima della fine, anche se confesso sta diventando un’abitudine cambiar canale dopo pochi minuti o alla prima estenuante pausa pubblicitaria. Questa poi è un’altra delle sofferenze a cui è abituato il telespettatore che si trova anche ad aver l’imbarazzo se girare canale, perché sembra che tutte le reti si siano messe d’accordo nella programmazione dei loro blocchi pubblicitari. Un invito al lettore di questo piccolo osservatorio privilegiato sugli splendori e sulle miserie della tv. Mi piace dirlo ricordando un capolavoro del cinema italiano diretto e interpretato da Vittorio Caprioli con Ugo Tognazzi. E non lo cito a caso. Rivisto risulta ancor più anticipatorio di generi e orientamenti passati da club esclusivi a una tv generalista che promuove, anzi è promossa da un pubblico che vuole il nuovo. Qui è il caso di Non sono una signora di Alba Parietti, la trasmissione sulle gare di drag-queen rimandata più volte e baciata dal successo. Invero, mi è parsa in più momenti noiosa e debole. Soprattutto nell’interazione tra giudici e concorrenti. A parte la solita compagnia di giro mi è parso un Ballando con le stelle en travesti. Metafora ultima di una tv che in questo primo scorcio d’agosto si specchia di più nel suo aureo passato (Blob 1993, trent’anni prima e le schegge di Techeteche) che nella contemporaneità sempre più confusa.

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