TELEKOMMANDO

Tra le signore della tv italiana, ce ne sono molte, certamente più degli uomini, anche se non mi sono mai preso la briga di far conteggi ed elenchi, già se ne fanno troppi; dicevo: tra le signore del piccolo schermo mi pare che stia avanzando nel gradimento del pubblico Camila Raznovich. I programmi che conduce e ha condotto non sono banali. Anzi, sarà per la formazione ricevuta – più volte ha raccontato la storia dei suoi genitori e la vita avuta in una comunità hippie - che i temi scelti siano considerati dal perbenismo dilagante scomodi. Eppure, a memoria Loveline ha sdoganato parlare del sesso e dell’amore in tv. In modo estremamente delicato ed educativo. Ma, la trasmissione che le ha dato notorietà è senza alcun dubbio, Kilimangiaro, in tutte le sue versione dal 2014, cioè da quando ha preso il timone della conduzione da Licia Colò, spostatasi su La7 con Eden – un pianeta da salvare. Bene o male c’è stata una continuità nelle tematiche ambientali portate avanti dai due programmi. Mi permetto una piccola deviazione, riflettendo proprio su questa cosa della continue soluzioni di continuità tra conduzioni, programmi e salti di rete. Basta vedere gli ascolti di Che Tempo Che Fa per capire come, a volte, i cambi di rete non sortiscono alcun effetto. Anzi, vi è un certo mantenimento fidelizzato del pubblico. Ovviamente bisogna essere bravi a far questo. Fiorello è un altro capace di portarsi dietro il suo pubblico: dalla tv alla radio, dal palco dell’Ariston ai recital teatrali. Ma, non era la Raznovich la protagonista di questo spalto? Sì. Lo spazio però è finito. Resta però da vederla all’opera a Macondo.

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