TELEKOMMANDO

Da quale verso prendere questa settimana televisiva? Ci sto pensando perché questa è proprio quella precede il desiderato Ferragosto che è un po’ l’elastico temporale che si tende e si rilascia quando l’estate, perlomeno quella vacanziera che coinvolge un po’ tutti, sta finendo. Dunque: la più difficile tanto che nemmeno troppo mi spiace aver evocato così in modo ingenuo una celebre canzone di qualche decennio fa. Che peraltro sopravvive sia nelle esibizioni di uno dei due Righeira ancor oggi e continua a essere ascoltata in servizi più o meno acciaccati sul turismo balneare di questa stagione così stramba e bizzarra. Ancor più delle ultime belle stagioni – qui fa capolino invece il Pavese rispolverato molti anni fa dallo Sgarbi milanese - passate in modo guardingo per ovvi motivi che tutti ci ricordiamo. Insomma, non è proprio il caso di far critica, di esercitare il sacrosanto diritto di dire anche “la qualunque” su una delle tante cose, cosucce e cosine capitate in questi giorni. Fidatevi: non sono pochi. Ma, desidero anche girare la testa altrove. Lontano dalle solite manfrine politico-istituzionali (ci sono già i talk in quasi tutti i palinsesti ad occuparsene), tantomeno ho voglia di dire qualcosa sul calcio estivo e il suo mercato ormai emigrato in lande desertiche piuttosto che nei grandi campionati europei. Per non parlare dei giocatori: su uno in particolare che da come si è messa la sua vicenda rischia seriamente di restare senza squadra. Dopo aver giurato eterno amore (nel calcio?) e essersi promesso a più squadre. Mi piacerebbe qui un bel servizio di Report sui procuratori che tanto su Autostrade, Visibilia e quant’altro ne abbiamo pure abbastanza. E allora ecco che si affaccia nell’amacord mediatico che sono le teche, ma ripreso pure da alcuni tiggì, il ricordo della Sora Lella, della sua trattoria e delle sue apparizioni cinematografiche. Ma resta impressa a mente la sua ricetta del pollo con i peperoni. E subito l’umore cambia. Si sorride.

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