TELEKOMMANDO

Andrea Purgatori tra cinema e inchieste

Non so semplicemente che dire: che questo spalto e osservatorio privilegiato sulla tv e i media nazionali in questa Estate sia diventato una specie di obituaries sembra ormai un dato di fatto. Più dei programmi che finiscono, a finire sono alcuni dei grandi interpreti di cos’è stata la tv italiana. A lasciare stavolta e per sempre i suoi seguitissimi programmi di inchieste e di storie è Andrea Purgatori, morto a 70 anni mercoledì scorso per una fulminante malattia. Solo qualche settimana fa si commentava con amici la puntata di Atlantide dedicata alla liberazione di Mussolini da parte di Otto SKorzeny, allora forse l’uomo più pericoloso del mondo. Ovviamente, Purgatori da giornalista di razza qual era riuscì a mostrare, attraverso documenti e testimonianze inedite, come andarono veramente le cose a campo Imperatore e come il Duce raggiunge la Germania hitleriana e successivamente messo a capo (dai nazisti) della Repubblica di Salò. Inutile andare avanti con questo racconto di quasi ottanta anni fa. Basta andare ad anni più recenti per capire qual è stata l’importanza di Purgatori in inchieste come quella che condusse su Ustica (uno dei grandi misteri italiani) – sceneggiò da un suo libro anche il film Il muro di gomma. Notevole e con qualche punta polemica fu il suo rapporto con il cinema. Mi sarebbe piaciuto conversare con lui. Non ho mai avuto l’opportunità. A memoria ricordo di averlo visto una volta sola attendere il treno alla stazione di Bologna. Non rammento se il treno che aspettava era lo stesso che attendevo io. Chissà perché poi ero lì. Sta il fatto che non mi sono avvicinato. Avrei avuto da domandargli. Altroché.

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