Telekommando

Per alcuni versi è sorprendente la presa di posizione di Barbara D’Urso, appena defenestrata da Mediaset. Tecnicamente, da quello che si legge come ovvio, non le è stato rinnovato il contratto, in scadenza a fine anno con la conseguenza che Pomeriggio 5 sparisce da Canale o non sarà più la conduttrice e attrice napoletana a esserne la guida. Tutto ciò è all’interno di una “compravendita” e passaggi di rete di alcuni dei più noti volti della tv italiana. Ha cominciato a muoversi sulla scacchiera del potere televisivo Fabio Fazio, seguito dalla sodale di sempre Luciana Littizzetto. Poi è stata la volta di alcuni conduttori di La7, tra cui Massimo Giletti. Ancora Mediaset per un ridisegno, quasi governativo, della compagine dei conduttori – giornalisti di riferimento. Poi ci si è messa di nuovo la Rai, con le dimissioni una dietro l’altra di Lucia Annunziata e ora di Bianca Berlinguer che , già direttrice del TG3 e al di là del cognome che porta, andrà a curare approfondimenti su Retequattro, occupando posti già assegnati nei primi giri di valzer succitati. Ora, complice forse anche la scomparsa di Silvio Berlusconi, anche il Biscione per mano del suo capo che aveva già scosso più volte la testa davanti ad alcuni programmi (compresi i reality) che privilegiavano l’acchiappo di facili ascolti menandola più sul trash che sulla trama drammaturgica dello spettacolo e dei personaggi. Insomma, la D’Urso somiglia al capro espiatorio di prima istanza. Sicuramente non è finita. Quest’estate promette bene con grandi colpi di scena, più dei programmi che tentano di animarla. In fin dei conti.

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