TELEKOMMANDO

La tv si sa soffre di alti e bassi. Ovviamente riferiti agli ascolti. All’odiosamato audience, alla capacità di ogni singolo programma, già in fase di ideazione e progettazione, di attirare l’attenzione degli inserzionisti. Ciò vale soprattutto per la tv commerciale. Ma per altrettante ragioni dovrebbe valere anche per la tv pubblica. In tutte queste ragioni certamente non devono squagliarsi le migliori intenzioni. Al di là dell’infelice rima, questo per dire che: va bene inseguire l’inserzionista, ma va forse ancora meglio provare a interessare lo spettatore. Visto come sembra essere più a suo agio con i new media, meglio se social. Questo vale non solo per i giovani, ma anche per il pubblico agée sempre più affascinato dal mondo social così a portata di clic. Pertanto, le due notizie più mediatiche della settimana a cui hanno dedicato in locale e nazionale spazio sono state nell’ordine: la fuoriuscita, adesso e non prima prevedibilissima, di Paolo Maldini dal Milan di Gerry Cardinale e i colloqui per la pace a Kiev del cardinal Zuppi. Due notizie che non c’entrano l’una con l’altra ma che hanno per motivi opposti destato interesse e che in certa misura sono emblematici di come il pubblico non è mai uno solo, ma sono tanti. Anzi tantissimi. Ed ognuno con un proprio grado di attenzione. Spesso – così almeno la pensano gli intellettuali che abitano le stanze dirigenziali della tv – al ribasso. Ma cosa c’è di vero in questo? Difficile dirlo e lasciarlo al commento, che si è visto rispetto alle due notizie citate ha avuto un risvolto partecipativo più pendente per la defenestrazione dell’ex-campione del Milan (è la classica spaccatura della tifoseria quando capitano gli allontanamenti di bandiere come Maldini) che sulla missione – di cui si sa ancora poco se non la solita annotazione retroscenista della freddezza con cui sono state accolte le proposte di pace di Zuppi da Zelensky. Questo a dimostrazione di come la tv appiattisca e metta sul medesimo piano un presente che velocemente diventa passato, pur resistendo nel tempo e a lunga conversazione nelle teche digitali delle library delle maggiori emittenti. A futura memoria. Se ce ne sarà ancora una.

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