L’indubbia forza delle fiction o se vogliamo chiamarle all’americana serie italiane sta nella capacità di adattare al piccolo schermo la cosiddetta letteratura di massa. Almeno così una volta veniva individuata e studiata da critici e storici del calibro di Petronio, Piromalli, Spinazzola. Ne facevano parte generi e sottogeneri del giallo, noir, fantascienza, rosa (oggi chiamato con sprezzatura molto chic, romance), horror, fantasy, legal thriller, polizieschi. Dunque, a ben vedere c’è un po’ di tutto e il solo andare in una libreria è facile scorgere in bella vista proprio titoli dei generi citati. Questo per dire che la rivincita sui prodotti americani (attenzione però che anche le serie tedesche non sono mica male pur virate sempre in giallo) arriva proprio dai romanzi di scrittori come ad esempio Ilaria Tuti che con la figura della profiler poliziotta Teresa Battaglia ha creato un personaggio, calzato a pennello in tv da Elena Sofia Ricci, inedito e allo stesso immediatamente riconoscibile. Non mi soffermo sui sei episodi della seconda stagione – ne mancano due e manco penso di spoilerare come va a finire Ninfa dormiente – quand’invece vale la pena affondare il pungolo della critica proprio sull’ambiente “selvaggio” delle Dolomiti, quadro silente in cui avvengono omicidi efferati e inspiegabili, che riflette se non a specchio almeno a spicchi l’inquietudine della Battaglia, procurata dal consapevole dell’incedere della sua malattia. La donna ha un principio di Alzheimer che le procura svenimenti e perdita di memoria. A questo serve il continuo prendere appunti su un quadernetto e che rappresenta in un certo senso l’altra cornice di un racconto esistenziale che va spegnendosi a poco a poco. Infine, una nota sul giorno di oggi in cui ricorrono i 49 anni dal barbaro assassinio di Pasolini, l’inascoltato grillo parlante del genocidio culturale e consumistico ancora galoppante in questa assurda contemporaneità. La giornata particolare di Cazullo vi ha dedicato un approfondimento a quella maledetta notte sul litorale ostiense.
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