TELEKOMMANDO

Tra i programmi giunti alla seconda o terza o addirittura quarta stagione mi pare interessante rivolgere lo sguardo a un esperimento unico per come riesce a scatenare sopite o evidenti emotività in uomini e donne. Si tratta di Matrimonio a prima vista in onda su Real Time ogni mercoledì e in replica nel weekend. Le anticipazioni invece sono a pagamento su Discovery. Questi in un certo modo sono i crediti. Ma i debiti con il mezzo televisivo da parte di chi si sottopone a tale esperimento? Si è come ovvio dalle parte del reality soltanto che l’inseguimento scorniciato dalle 24 ore di ripresa della vita di una coppia (da Leger a Warhol le avanguardie novecentesche ne hanno fatto più di una bandiera e oggi assorbite dai media sono diventate “reale” luogo comune) assurge a paradigma, cioè modello dei rapporti umani e di unione amorosa, sentimentale a cui vanno aggiunti altri fattori, determinati dai rispettivi ambienti di provenienza. Insomma, le coppie che si sottopongono a un patto inderogabile, ma che in tv può sciogliersi immediatamente nel momento in cui sorgono manifeste incompatibilità , può assumere le sembianze di una gigantesca metafora del vivere oggi i sentimenti. Il consumo dell’amore di tante canzonette di oggi. Non affondando il bisturi indolore della critica nelle dinamiche che le quattro coppie (peraltro aiutate tra tre coach e sto sintetizzando i loro rispettivi ruoli) stanno mettendo in campo scoprendosi o tutt’al più andandoci con i piedi di piombo nell’incontro con l’altro. Prerogativa che non sembra essere solo tra le donne. Anche se per uno degli uomini il freno arriva solo nel momento in cui vede il viso spigoloso della consorte. A differenza di quest’ultima che è la più aperta e affettuosa di tutte le “mogli”. Non entro al contrario nel “cane e gatto” inscenato da un’altra delle coppie. Insomma, nell’attesa di vedere il proseguo di queste effimere unioni (vi deve essere l’aspirazione al gioco, mozartiano, per andare avanti nella conoscenza) si può solo supporre quali saranno i motivi o i non motivi delle nascite di nuovi amori o odi. Con buona pace di Beaumarchais e Bergman.

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