TELEKOMMANDO

A metà dicembre solitamente, anzi bisogna dire accelerando il discorso è abitudine per i media, vecchi e nuovi poco importa, cominciare a stilare i bilanci dell’anno. Lo si fa sulla cosiddetta “la qualunque”. Ogni comparto dell’umano sentire viene sottoposto a quella lente d’ingrandimento che si chiama opinione pubblica. Chi o cosa è il personaggio o il fatto dell’anno? Quali sono i migliori film, la più bella musica? E il teatro, la danza, l’opera lirica, la letteratura? Non lo mettiamo in mezzo anche il design e l’architettura? E allora la moda dove va? Nondimeno la cucina e gli chef non lo vogliono il loro posto al sole? Anche la tv va bene e allora perché non fare la classifica anche dei migliori o peggiori programmi del 2023? A Hollywood si celebra l’Oscar, ma si assegnano anche i flop. Qui da noi, invece, si tende a far sparire il fallimento e la tv in questi ultimi mesi ne ha mostrati (e fatti fuori o procinto di espellerli dalla programmazione e dai palinsesti) molti. Senza alcuna distinzione o remora di forma. Anzi, tutt’altro. Ad ogni modo, qui da questo piccolo e privilegiato spalto o osservatorio sul mondo dei media che si voglia dire, la critica non è mai distruttiva. Tuttavia si cerca anche nel brutto di trovare spunti, talvolta in modo generoso, che evidenzino il lavoro che c’è dietro le quinte. Questo è un metodo che confesso d’aver copiato moltissimi anni fa da Wim Wenders, leggendo i suoi scritti sul cinema degli anni 70. Prima di diventare il grande regista che conosciamo e dei suoi primi capolavori. Diceva presso a poco così: non mi piace buttare via carta a parlar male di un film o di un attore, lo spazio critico che uso deve essere indirizzato solo a bei film. Ho sempre tenuto a mente quella lontana indicazione, facendone il mio indirizzo non di giudice, ma di chi vuol capire per primo le cose della cultura. Nel senso più ampio della parola. Facendo ciò anche guardando la tv. Questo è forse il mio bilancio personale. A trent’anni più di distanza da quando ho cominciato a scrivere di cinema, teatro, arte, letteratura e televisione.

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