TELEKOMMANDO Le gaffe di Giambruno, la politica in tv e la “riscoperta” del cinema sulle piattaforme digitali

Dovrei forse occuparmi del caso Giambruno, il compagno della nostra premier che nella sua professione di giornalista e conduttore sta mostrando – a detta di tutti – il suo lato di disinvolto gaffeur tanto da meritare servizi su tv straniere. Non guardo la sua trasmissione, Diario del giorno, ho visto estratti in Blob e resoconti su Dagospia che non mancano l’occasione per prenderlo in giro. Ma con altrettanta franchezza dico che se non fosse quello che è sarebbe immediatamente derubricato a un Luca Giurato qualsiasi. Di tutt’altra pasta e invece “In Onda” con la coppia Aprile-Telese a guidare una squadra di tutto rispetto che cerca anche nella diversificazione degli ospiti chiamati a commentare i fatti del giorno una strada nuova per gli approfondimenti politici. Purtroppo ogni tanto qualcuno si lascia andare a intemperanze prontamente redarguite. Quindi mi astengo e sposto l’attenzione invece sulle piattaforme digitali ormai, ed è da tempo, acclarate come la nuova frontiera della tv al cinema con i contenuti che ampliano a dismisura il ventaglio di generi e proposte. Ci si può trovare di tutto, fin’anche (e a pagamento in abbonamento o a noleggio) una gigantesca library di film italiani (ecco un invito a chi vuol conoscere il vero cinema del Belpaese dal neorealismo alla commedia aurea e colorata fino ai generi western, horror, poliziotteschi, ecc. degli anni 60 e 70 del secolo scorso). Dico questo dopo aver potuto vedere l’ultima fatica di Pablo Larrain, El Conde in concorso a Venezia, produzione Netflix, che mette in gioco con tutta la forza satirico e onirica che il cinema consente (a tutti i livelli, basta pensare al film nel film sperimentale e astratto contenuto in Oppenheimer per farsi un’idea) una storia che è anche la biografia di una nazione, il Cile e del suo immarcescibile dittatore Pinochet, immaginato come un vampiro proveniente dalla vecchia Europa illuminista e rivoluzionaria del XVIII secolo. Lui arcadico e conversatore, oggi neoliberista. Mi fermo, perché trovo ingiusto spoilerare il film, lasciando sospeso un giudizio non di valore, ma nemmeno di merito, per una trasformazione non ancora pienamente compresa delle forze nuove che l’immagine filmata (al cinema come in tv, per non parlare dei digital device) sta mettendo in campo.

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