TELEKOMMANDO Il successo delle serie targate Rai, nonostante il ralenti

Si è aperta la quarta stagione di Rocco Schiavone, premiata dagli ascolti

Fa piacere per gli ascolti che decretano il successo delle serie targate Rai. Ultima in elenco e uscita, la cui quarta stagione è cominciata mercoledì scorso, riguarda Rocco Schiavone, il poliziotto romano in “trasferta” aostana, interpretato da Marco Giallini. Fin qui pare niente di nuovo. Se non che ci sono un paio di spine che forse vale la pena togliere. Ovviamente, senza se e senza ma, il pieno d’audience non entra per niente nel discorso che è più estetico e di forma. I contenuti si conoscono come l’appoggio che arriva dalla letteratura gialla italiana che ha i suoi campioni nuovi e meno nuovi che si sono giovati dell’onda lunga e dell’altrettanto risacca di Camilleri e del suo Montalbano, risucchiato dai tanti epigoni, più calcati sul personaggio che sulla lingua, che resta forse l’invenzione maggiore dello scrittore e regista siciliano. Detto questo ciò che preme dire è che da contestare è la lentezza con cui si dipana l’azione. È accaduto in Ricciardi, per certi versi questo ralenti drammaturgico era presente pure in Teresa Battaglia. Però giustificato dalla malattia che aggrediva inesorabilmente la poliziotta. Mentre per Ricciardi e Schiavone a gravare la loro pesantezza è la stessa esistenza con il rispettivo portato di dolore che li fa monologare con i defunti. Saranno scelte, saranno le infedeltà belle del passaggio dalla carta all’immagine; insomma sarà qualsiasi altra cosa, indiscutibilmente appartenente alla filiera creativa del prodotto che però si fa ancora preferire a altre forme di intrattenimento. Più rapide e meno leggere.

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