TELEKOMMANDO Il privato, il pubblico e La biblioteca dei sentimenti

La singolare tenzone tra intellettuali e scrittori di vaglia e i millennial nella trasmissione di Raitre condotta da Greta Mauro e Maurizio De Giovanni

Ritengo una fortuna la curiosa coincidenza che fa capitare l’ultimo sabato dell’anno e conseguentemente la rubrica in una data al sottoscritto molto cara. Qualcuno saprà, qualcun altro invece si chiederà il perché. Ma, questo spalto privilegiato come osservatorio disincantato e critico sulla tv e sui media vecchi e nuovi, non è e non può essere l’esposizione di fatti privati. Anche se, sempre più spesso, il privato quando si scrive diventa pubblico. Mentre, il contrario non fa che crescere l’inedito o il non pubblicato. Ecco, un interessante tema che può muovere l’ultima rubrica del 2023 e diventare d’auspicio per il 2024. Questo transfert emotivo e personale può ribaltarsi e trovare un luogo di discussione proprio nella televisione d’oggi? Casualmente, mentre si pensa questo e la tv è accesa su un programma pomeridiano. Nel caso specifico è La biblioteca dei sentimenti, trasmissione di Raitre condotta da Greta Mauro e Maurizio De Giovanni, bestsellerista di vaglia e autore dei Bastardi di Pizzofalcone e del Commissario Ricciardi, e a proposito di Ricciardi, Lino Guanciale, l’attore che impersona il poliziotto nell’omonima serie tv, sarà il protagonista della prima regia di Claudio Longhi al Piccolo Teatro di Milano agli inizi di gennaio. La piccola sterzata pubblicitaria serve anche ad allargare il discorso critico sulle altre discipline dello spettacolo che la tv sussume in modo ancor oggi mirabile. Quando vuole. Ma, è la singolare tenzone tra intellettuali e scrittori di vaglia e i millennial che anima la discussione della Biblioteca dei sentimenti. Non è la solita trita tiritera di vecchi e giovani che si detestano, nemmeno troppo polemicamente. No, nella Biblioteca non è così. E forse così deve essere quando si parla di sentimenti che ad ampio raggio fanno sì che il privato diventi pubblico, non consentendo che il contrario diventi proprio quello che non si vuole: il pubblico non diventi privato. Il mondo che verrà non lo sopporterebbe. Un sereno anno nuovo.

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