TEATRO Il “Testimone d’accusa” di Agatha Christie

In scena al Manzoni di Milano

Il Teatro di Agatha Christie è un teatro derivativo. La maggior parte delle sue pièce sono ricavate dai suoi racconti. Facile per uno scrittore, nel caso specifico una scrittrice, per lo più di gialli, maneggiare trame e trasformare caratteri e situazioni in perfetti congegni drammaturgici adatti per le scene. Di commedie e drammi la Christie ne ha scritti parecchi e con grande successo. Anche se quello che ha avuto più plausi e versioni è senza alcun dubbio, Testimone d’accusa, uscito nel 1953, ma ricavato da un racconto della fine degli anni ’20. Tra le riduzioni cinematografiche, realizzate sull’onda del successo teatrale tenuto in scena per moltissimo tempo, va segnalata quella di Billy Wilder con un cast mirabolante: Charles Laughton, Tyrone Power e nel ruolo della femme fatale, Marlene Dietrich. L’ultimo allestimento italiano di Testimone d’accusa porta la firma di Geppy Gleijeses, la traduzione è di Edoardo Erba (sua la cura di Tutto il teatro della Christie, uscito negli Oscar Mondadori), ora e fino al 29 ottobre in scena al Teatro Manzoni di Milano. Il cast è quello delle grandi occasioni, con Vanessa Gravina, ogni pomeriggio la si vede su RaiUno la si vede ne Il paradiso delle signore, nei panni di Romaine Helm, emigrata tedesca, sposa morganatica di Leonard Vole (Giulio Corso), giovane spiantato che salta da un lavoro all’altro inseguito da guai e sfortune, e Paolo Triestino nel ruolo dell’avvocato difensore Sir Wilfrid. Affidata la trama al genere cosiddetto “procedural”, l’intera commedia nera si svolge perlopiù in un’aula di tribunale, con tanto di giuria popolare arruolata tra il pubblico presente in sala e alle repliche, intervallata da congetture giurisprudenziali e pre-colpi di scena in uno studio di avvocati difensori. Il tutto nell’Inghilterra dei tardi anni quaranta. Al di là del doppio colpo di scena finale, suggellato dalla battuta finale di Sir Wilfrid, il caso d’omicidio della vecchia e ricca Sig.ra French (per dare la misura della donna uccisa definita anziana, questa ha 56 anni), cui Leonard si offre come cicisbeo e per questo viene nominato nel testamento, la pièce è interamente giocata sui sentimenti ciechi dell’amore. La trama della Christie si snoda e riannoda proprio sui rapporti amorosi scaleni dei protagonisti. Pirandellianamente si può dire che “niente è come sembra”.

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