Non è un pesce d’aprile, la fiction è l’ultimo baluardo della tv del futuro

Finzione e realtà alla sfida dell’audience

Potrebbe essere sulla scia della data di oggi un vero e proprio pesce d’Aprile. E invece è proprio vero. D’altronde le immagini, fisse o in movimento, da sempre si prestano al falso. Al falso artistico, documentale, ovviamente digitale e di comunicazione. Le fake news, dunque, sono vecchie come il mondo. Allora a cosa o a chi bisogna credere? A tutti e a nessuno. Forse. Da questa prospettiva, molti dei programmi che privilegiano e fanno proprio della diretta un punto fondamentale e focale possono a torto o a ragione appartenere a una delle due categorie. Ma quali sono? Facile fare l’elenco, meno trovare chi si può salvare. Ma ci sta e tanto dire che ognuno, cioè ogni spettatore – nella sua singolarità di visione, questa è la tv lo si ricordi – può dar credito a chi vuole. In questo vi è quel clic che muove l’audience. Ed è interessante per l’appunto dirlo. Ed è quello ad esempio che fa precipitare agli inferi degli ascolti un varietà costosissimo come Il Cantante mascherato e esaltare ancor più C’è posta per te. Insomma, con la dittatura dell’audience non ce n’è per nessuno. Qualunque sia la rete proponente. Anzi, bisognerebbe andare a scovare e analizzare anche gli ascolti delle reti più marginali nel bouquet sia generalista sia digitale nonché “a pagamento”. Ciò che al contrario sembra non far soffrire le fiction e trasversalmente già dico che l’ultimo baluardo della tv del futuro mi pare proprio la rivisitazione in chiave contemporanea dei moduli drammaturgici del romanzo televisivo. Altrimenti detto fiction.

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