Milani “ambientalista” al contrario:

«Ci vorrebbe Messi per difenderci»

Parla di banane a chilometri zero, green economy, Greenpeace, diserbanti. Però lo fa a modo suo, sempre con quell’aria a metà tra chi ci è e chi ci fa. Per questo il pubblico e i colleghi lo adorano: Maurizio Milani piace perché non ha epigoni. E perché non c’entra niente, e perché è forse l’ultima finestra surreale su un mondo troppo reale. L’ultima fatica letteraria del comico di Codogno (vero nome Carlo Barcellesi) è uno stralunato, geniale e satirico “attacco” all’«ambientalismo a tutti costi» e allo stesso tempo un monito a non sprecare quello che il nostro povero mondo ci offre: si intitola Chi ha ciulato la corrente del Golfo?, è edito da Aliberti e da oggi si trova in tutte le librerie. Un testo agile, che procede quasi per flash, ma dal quale si “esce” spiazzati, inondati da una pioggia di parole e considerazioni che cercano di raccontare le contraddizioni del nostro tempo.

Milani, però è difficile capire se si tratta di un libro ambientalista o anti-ambientalista...

«L’idea iniziale era prendere in giro, sempre usando l’ironia, queste nuove “mode” ambientaliste. Prendiamo l’esempio delle banane a chilometro zero: sono prodotti prettamente equatoriali, non possiamo produrle in Italia. Oppure pensiamo agli U2 che spesso fanno campagne ambientaliste: loro hanno un impatto sulla Terra che equivale a quello di tutte le tribù dell’Amazzonia. Sono sempre in giro e alloggiano in albergo: un albergo inquina cinque volte tanto rispetto a una semplice casa. Dunque gli U2 inquinano molto di più di mio nonno che abitava in cascina».

Il ragionamento non fa una grinza, quindi lei ce l’ha con gli ambientalisti?

«Il fatto è che vedo alcune prese di posizione molto strumentali. Io, attraverso l’ironia, volevo un po’ dissacrare queste idee. La recente tragedia di Fukushima mi ha però fatto riflettere parecchio: ciò che è successo in Giappone ha dimostrato che la tecnologia nucleare non è all’altezza. Prima se ne poteva discutere, mentre adesso tutti hanno preso coscienza che è pericolosa. E lo dice uno che fino a poco tempo fa era a favore, perché convinto dalle parole degli scienziati».

Un capitolo tratta proprio delle “banane a chilometro zero”, lo stesso titolo dell’incontro che terrà al Festival dei comportamenti umani di Lodi il prossimo 7 maggio.

«Comprare banane a chilometro zero, per me, significherebbe fare la spesa solo a Codogno. E poi dovrebbero mettere la serra con il termostato a manetta, costerebbero 30 euro al chilo. Adesso tutti sono a favore dei prodotti biologici, e mi va benissimo, ma c’è anche un’altra faccia della medaglia: attuando la pratica del chilometro zero molte aziende sarebbero costrette a chiudere i battenti, con gravi danni per l’occupazione. E se tutti andassimo in giro in bicicletta, la Fiat sparirebbe».

Parliamo del territorio Lodigiano: a Casale tiene banco la polemica sulla costruzione dell’inceneritore...

«La nostra non è una zona privilegiata. Mi spiego: a Cortina, Montecarlo o sul Lago di Como non verranno mai costruite discariche o centrali nucleari. La forza del Lodigiano era l’agricoltura e l’abbiamo persa. Non abbiamo un’identità precisa dal punto di vista turistico: quindi non vorrei che la nostra terra venisse considerata zona franca. Non abbiamo nemmeno un ministro, né di destra né di sinistra, che difende il territorio. E nemmeno le bandierine dell’Unesco. A Portofino non costruiranno mai qualcosa di brutto, e nemmeno a Paestum, ma a Lodi forse sì. Non ci basterà Bianca Balti per difenderci: servirebbe che Gorge Clooney o Leo Messi comprassero una villa a Zorlesco, ci farebbero da scudo».

Milani, spesso, tra colleghi, serpeggia un po’ di invidia: invece tutti i cabarettisti, da Antonio Albanese ad Ale e Franz, la considerano il migliore di tutti, un genio. Come spiega questa ammirazione incondizionata nei suoi confronti?

«Mi stimano perché sono ortodosso e monocorde, perché non calibro i miei pezzi. È come uno che suona musica sinfonica, quando invece sarebbe più remunerativo proporre la disco music».

E in giro c’è un nuovo Maurizio Milani?

«Nessuno avrà i miei compagni di militare di Fossano, e nessuno i miei compagni di scuola dell’istituto agrario Tosi di Codogno. Questo per dire che ognuno si “crea” attraverso le proprie esperienze. Però l’altro giorno ho visto giocare Messi e ho capito che anche Maradona e Pelé hanno un erede. Cioè, adesso non voglio paragonarmi a Messi, intendo solo far capire che il ricambio generazionale c’è sempre. Il ruolo del comico è sempre quello, cambia la società: io vent’anni fa parlavo di metropolitane, i cabarettisti di oggi fanno ridere citando i social network».

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