LA MOSTRA Una pinacoteca dedicata al Divisionismo

Una collezione per raccontare un’intera corrente

Può una sola opera far mostra di sé e di un intero allestimento? E quando a questa si affianca un’altra acquisizione, peraltro, in linea con l’arricchimento della collezione medesima, a cui è legata il maggior lascito artistico di questo pittore? Si sta evocando in una pura linea teorica, più contigua di quanto si possa pensare, sia l’arte di Giuseppe Pellizza da Volpedo sia quella di Umberto Boccioni. Dunque, la risposta non può essere che affermativa quando il palco è preso da un’opera di Umberto Boccioni, La signora Maffi. Una maestra di scena del 1909, tela dalle vicende e passaggi di mano alquanto travagliati fino ad approdare attraverso una donazione all’Istituto Mario Negri di Bergamo prima di essere acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che l’ha immediatamente collocata nella collezione permamente della Pinatoteca dedicata al Divisionismo. Ma, non pare finire qui la storia. Tutt’altro. Perché accanto alla Maestra di scena, lavoro chiave e ponte di attraverso per Boccioni dalle suggestioni divisioniste e simboliste di Previati all’abbracciare in toto il verbo futuristico – marinettiano, l’altezza di data della composizione, 1909, è sintomo del nuovo corso del futuro incendiario artista, la Pinacoteca espone un’altra recente acquisizione. Per alcuni versi ancor più importante, sebbene il museo tortonese abbia nella sua collezione decine e decine di opere del genius loci per antonomasia: Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il suo “Cammino dei lavoratori” è l’ultima prova tangibile prima della realizzazione de “Il Quarto Stato”, ancor più monumentale “Fiumana”, visibile nella Grande Brera di Palazzo Citterio a Milano. Dunque, il “cammino dei lavoratori” può essere a ragione considerato come “terra di mezzo” tra la citata “Fiumana” e il risultato finale del “Quarto Stato” ospitato di ritorno alla sua sede originaria della Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale, sempre a Milano. Questa circuitazione geografica tra il tortonese e il capoluogo lombardo può continuare attraverso altri accostamenti che riguardano le giustapposizioni tra opere e artisti impaginati nel nuovo allestimento del museo. Così i citati Pellizza con le tele sui diseredati e relitti della società di Morbelli si mescolano con i paesaggi di Segantini e Nomellini. La mistica religiosità di Previati si bagna di realtà con la materialità esposta nei quadri di Longoni.

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