
LA MOSTRA La “camera delle meraviglie” di Serafini
Al Labirinto della Masone a Fontanellato
Chi ha percorso più volte i corridoi e le stanze del Labirinto della Masone di Fontanellato, nondimeno l’intricata foresta di bambù che circonda la costruzione, conosce senza alcun dubbio che l’ispirazione enciclopedica del suo inventore, Franco Maria Ricci, ha una derivazione letteraria, scientifica e artistica. Se per le prime due l’arco si tende tra l’Encyclopedie illuminista di Diderot e D’Alembert e le fantasmagorie di Borges e Calvino, per sottolineare le maggiori e imprescindibili influenze. Per l’arte si ha un solo nome: Luigi Serafini, animatore, inventore, sublime giocoliere di simbologie e alfabeti, con il suo Codex Seraphinianus, pietra angolare della costruzione editoriale di Ricci e dimora fissa della collezione permanente del museo. La stessa che si celebra a dieci dalla sua apertura al pubblico. Un tempo non passato invano e mostrato in una successione di grandi e piccole mostre, tese a far comprendere il mondo di Franco Maria Ricci e la sua posizione verso la bellezza dell’arte, dei libri, delle cose. Ovviamente l’ideale wunderkammer espositiva si apre anch’essa a una labirintica collezione di manufatti, talmente eterogenea che non può non rispecchiarsi nell’altrettanto ideale artistico e intellettuale di Serafini e nella mostra a lui interamente dedicata e visitabile fino al 13 luglio prossimo (catalogo e mostra a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Luigi Serafini), peraltro con un sottotitolo di mezzo alla Benjamin Button: Luigi Serafini. Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno. Dunque, ci trova, ripetendo quel “in mezzo” a un viaggio a ritroso dall’artista visionario fino alle più private sensazioni dell’uomo. A un trovarsi e ritrovarsi in mondi e universi contigui, paralleli, contradditori, ma anche affini a un ideale estetico che rappresenti proprio quelle estreme (e talvolta disturbanti, ma anche accattivanti e fascinose) visioni che adornavano le elucubrazioni di tanti poeti, scrittori, intellettuali nel corso del tempo.
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