Il teatro per leggere il presente: «Ecco la mia ricetta per le Vigne»

Il direttore Angelo Curtolo parla della stagione di prosa che prenderà il via il 27 ottobre

Mentre proprio in questi giorni è iniziata la vendita dei nuovi abbonamenti, chiediamo al direttore del Teatro alle Vigne, Angelo Curtolo, una riflessione di sintesi sui punti di forza, le attese, le proposte legate a questa stagione 2022-23 che, finalmente, riparte senza le restrizioni e le incertezze delle due stagioni precedenti. Parliamo in particolare della prosa (al via giovedì 27 ottobre con “Servo di scena” di Ronald Harwood).

C’è un filo conduttore nelle scelte degli spettacoli che vedrà il pubblico lodigiano?

«Fin dal 2018, quando sono arrivato a Lodi, ho sempre cercato di riservare un’attenzione privilegiata alla drammaturgia contemporanea, che ci offre uno strumento per decifrare il presente. Quest’anno penso in particolare al testo di Nick Payne, “Costellazioni”, scritto nel 2012, quando l’autore aveva 29 anni, che quest’anno ha vinto l’Olivier Award, l’Oscar del teatro inglese. C’è una teoria della fisica quantistica che sostiene che esista un numero infinito di universi: Nick Payne prende questa teoria e la applica ad un rapporto di coppia. O penso a “Smarrimento”, con cui torna a Lodi Lucia Calamaro, autrice premiatissima che nel 2020 era nel nostro cartellone, ma lo spettacolo fu poi sospeso per il lockdown. E poi Melania Mazzucco, a Lodi con “Dulan la sposa”, che in un certo senso è una novità. Nato come radiodramma, che vinse il Prix Italia nel 2001, quest’anno è stato ripensato per la scena, e sarà a Lodi subito dopo il debutto a Torino»...

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