CINEMA La ristoratrice Barbara Fedi ha ispirato “Le otto montagne” e la Lara del film

Il personaggio raccontato nel libro di Cognetti ha un Dna lodigiano: i suoi nonni materni Elena Cazzulani e l’ex sindaco di Lodi Antonio Allegri

Quando ha deciso di lasciare la città e arrampicare su in montagna per mettere famiglia non avrebbe mai pensato di diventare in qualche modo protagonista di un film come Le otto montagne. Barbara Fedi, nata a Milano nel ’68, ma con la città di Lodi nel Dna, è la ristoratrice del Pranzo di Babette, di Brusson, in Val d’Aosta, paese dove è stato girato il film e ambientato l’omonimo libro di Paolo Cognetti che l’ha ispirato. Sua mamma, Marina Allegri, è una dei 4 figli della scrittrice Elena Cazzulani e dell’ex sindaco di Lodi Antonio Allegri. Ne Le otto montagne Barbara Fedi ha ispirato il personaggio di Lara, la fidanzata di Bruno, il montanaro.

«I riferimenti a me sono molto sottili. Io sono Lara, ma solo in parte, in realtà non ho mai munto le mucche. Dietro Lara, come negli altri personaggi, ci sono anche altre persone. Ognuno di noi è un pezzettino», racconta Fedi e mentre parla al telefono la immaginiamo in sala pranzo servire polenta, fontina, salumi o la classica zuppa alla valdostana. Cognetti si è riferito, in parte anche a lei, nell’ultimo romanzo ”La felicità del lupo” per la figura di Babette.

«A ispirare il personaggio di Bruno è stato, invece, anche il mio ex marito, Remigio - racconta -. Nel 1990, durante una gita, con i miei colleghi della Media Consultants di Milano, ho conosciuto Remigio e nel 95 ho deciso di lasciare tutto e trasferirmi. All’inizio ho aperto un bazar, si chiamava l’Agrifoglio, poi sono stata assessore comunale al turismo. Nel 2008 ho chiuso il negozio e ho aperto Il pranzo di Babette, insieme alla mia socia Arianna che ha scelto anche il nome. Nel 2010 lei ha lasciato, io, invece, sono rimasta».

Paolo Cognetti è arrivato nel 2008. Cercava una casa e «Remigio gliene ha affittata una, poi sono diventati molto amici». Proprio come ne Le otto montagne, tra il protagonista Pietro e l’amico Bruno. «Paolo ha lavorato anche da me, al ristorante, per due stagioni - spiega Fedi -, la sua specialità era la cotoletta con le erbe di montagna. Vivere in montagna è abbastanza difficile, ci vuole un po’ di tempo prima di essere accettati da chi è nato qui, adesso mi sento una di loro. È importante trovare un buon equilibrio tra lo stare e l’andare, ora sono molto contenta di quello che ho. Nei momenti di crisi Paolo mi ha aiutata, mi diceva: “Non andare, resta” e adesso sono in tanti quelli che arrivano al ristorante e mi chiedono: “È qui che è stato girato il film?”. Far parte di questa avventura cinematografica è stato fantastico».

«Mi è sembrato di essere in una favola - aggiunge Fedi -. I registi sono arrivati nel 2019 a studiare l’ambiente. Hanno parlato tanto con me e con Remigio. C’è un grande lavoro di ascolto dietro la pellicola. Paolo ha collaborato con loro: è stato fondamentale per garantire la coerenza con il libro. Si è creato un bel rapporto di amicizia con tutti, professionisti di ottimo livello e di una grandissima umanità. A dicembre del 2021 ho curato il catering mentre giravano le due scene del film al ristorante. Quando Lara parla con Pietro si vede Remigio seduto al tavolo. È stato bellissimo, emozionante, surreale. È un grande onore per me essere entrata in questa storia con il mio ristorantino. Tutte le persone del posto hanno collaborato al film. E questa esperienza mi ha fatto tornare la voglia di rimanere. La vita quotidiana poi è diversa, ma quando vivi per amore è tutto più facile».

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