Ciak a San Rocco con Raspelli e Brenda Lodigiani

Il giornalista Edoardo Raspelli braccato dalla polizia a cascina Isolone. In missione per conto del Made in Italy, ieri pomeriggio il noto critico gastronomico e conduttore di Melaverde ha finito la sua corsa rocambolesca a bordo di una Citroen “targata” Grana Padano – e cos’altro se no? -, nell’aia dell’azienda agricola di San Rocco al Porto dove sono state girate alcune riprese del film Il diavolo ha fatto i cuochi. Regia di Ettore Pasculli, la pellicola, nella quale recita anche la leggiadra star lodigiana Brenda Lodigiani, uscirà nelle sale il prossimo ottobre.

Perfettamente a suo agio nei panni del “columnist” Goffredo delle Rose, suo alter ego, Raspelli si trova ad affrontare uno spregiudicato sudamericano, il nuovo editore del periodico “Cybus”, per cui scrive, pronto a tutto pur d’inondare il Belpaese di cibo spazzatura mascherato sotto false etichette, e togliere di mezzo il giornalista impiccione. È partendo da qui che si snoda la trama, ricca di colpi di scena e passaggi tragicomici. Il tema di fondo, affrontato da Pasculli con la leggerezza che si addice alla commedia, è invece quanto mai serio: l’estetizzazione spinta fino all’estremo della gastronomia, accompagnata dall’invasione mediatica di “archichef” più o meno stellati, mentre si assiste a un depauperamento delle materie prime alla base delle gustose ricette che ogni giorno “esperti” dell’ultim’ora ci propinano. Contro questa deriva Goffredo delle Rose ingaggia una personale battaglia che finisce col diventare “collettiva”, e chiama all’azione i tanti, troppe volte sconosciuti, impegnati nella salvaguardia di un’agricoltura sana, espressione di “Terra Territorio Tradizione e Talento”. «In Italia non abbiamo film gastronomici positivi – commenta Raspelli -. E non c’è nessuna canzone “seria” che esalti il cibo italiano con nostalgia, emozione. Questo è un film drammatico che finisce con una bomba che salta in aria e in cui il protagonista, che poi sono io, non so se si salvi o no. Goffredo delle Rose esalta la terra, il territorio, i prodotti di origine protetta: e non lo fa perché nazionalista, ma perché dobbiamo sapere che cosa mangiamo e si parte dall’etichetta». All’azienda agricola Isolone si chiama NaturAlly e sviluppa la filosofia di uno stretto legame tra benessere fisico-mentale e alimentazione.

«Da un anno stiamo lavorando su una linea di alimenti nutraceutici che associano componenti nutrizionali selezionate per caratteristiche specifiche alle proprietà curative di principi attivi riconosciuti come efficaci – spiega Luigi Gruppi -. È il caso per esempio delle nostre creme zucca e zafferano e carota e curry, il sugo pomodoro curcuma e noci, come della nostra pasta con farina di legumi». Dati gli ingredienti, serve un esercizio d’ingegno a tradurli in opera. Dove interviene la regia: «Il pretesto narrativo è la lotta contro il plagio alimentare – osserva il regista Ettore Pasculli -. La gastronomia è un artificio, ma è nella natura che ci offre i prodotti della terra e nel ritorno quindi alla genuinità, la risposta all’evoluzione che ha portato l’uomo alla sublimazione estrema dell’olfatto e del gusto, come del sesso, della musica, della visione».

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