I giovani lodigiani alla Gmg di Lisbona: «Stanchi e accaldati, ma carichi di uno slancio pieno di gioia e di fede»

In 250 al grande evento, la testimonianza di Claudia Scanziani del gruppo di Senna

Per pranzo, i panini consegnati il giorno prima a tutti i pellegrini della Gmg. Per uscire dal Parque Tejo, tanti chilometri a piedi. Eppure.... «Stiamo tornando sotto il sole, affaticati, ma con uno slancio pieno di gioia dopo la Veglia e la Messa con il Santo Padre - ci ha detto Claudia Scanziani del gruppo di Senna, ieri pomeriggio, mentre era da poco terminata la Messa conclusiva della Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona -, il quale ci ha donato tre verbi: brillare, ascoltare, non temere. Tre verbi che cercheremo di tenere come lampada accesa per i nostri passi. Abbiamo il compito di brillare e di non permettere a niente e a nessuno di togliere la luce dai nostri occhi. Noi brilliamo non quando ci mettiamo in mostra sui social ma quando il nostro occhio è trasparente, desideroso di cose autentiche, di bellezza. Dobbiamo ascoltare, prenderci il tempo per discernere quali sono le cose menzognere e quali invece ci parlano con verità. E poi, non temere. Tutti noi abbiamo paura. Il Papa ci dice che la terra ha bisogno dei giovani così come la terra ha bisogno della pioggia per essere innaffiata, e per respirare e per crescere. Non dobbiamo temere».

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E oltre le parole del Papa, ciò che ha colpito di più Claudia è stato «il silenzio durante l’adorazione notturna. Un silenzio profondo e autentico e nonostante la fatica, ciascuno si faceva prossimo all’altro. Il Papa ci ha detto: non guardare mai nessuno dall’alto in basso se non per tendergli una mano per rialzarsi, e ci ha incoraggiato a rialzarci sempre. Perché le cadute ci potranno essere sempre. Ma ci ha incoraggiato anche ad accettare la mano che ci aiuta ad alzarci».

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A nome dei 250 giovani di Lodi, Claudia si fa portavoce e manda così un saluto e un abbraccio da parte di tutti e da Lisbona. «Abbiamo portato nel cuore tutti i giovani, anche quelli che non erano qui - ci ha detto -. E nonostante la fatica, la gioia ripaga. È bellissimo svegliarci e vedere i volti di tanti altri fratelli. Ci siamo resi conto che tante volte i rapporti autentici si creano non solo quando si condividono pizzate, uscite, bevute, ma proprio quando si condivide la fatica insieme, è lì che un rapporto si prova e diventa autentico e si può parlare di fraternità».

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