Vinitaly, da San Colombano il vino poliglotta

Un vino che parla 42 lingue differenti dedicato all’Expo 2015, che si aprirà a Milano tra meno di 40 giorni. È quello che nasce dalle colline di San Colombano, enclave milanese tra le province di Lodi e Pavia, nell’azienda agricola Nettare dei Santi, in mostra in questi giorni al Vinitaly di Verona presso lo stand della Coldiretti.

Dallo swhaili al persiano, dal tigrino al russo, fino all’arabo, al giapponese e al cinese. Sono solo alcuni degli idiomi che caratterizzano l’etichetta di questo vino poliglotta: «L’idea ci è venuta pensando alla prossima Esposizione Universale – spiega Gianenrico Riccardi, titolare dell’azienda vitivinicola –. Volevamo far conoscere a quanta più gente possibile l’unico vino di Milano e così abbiamo pensato a una sorta di ‘etichetta globale’ con raffigurato il Duomo del capoluogo lombardo».

«I nostri produttori – spiega Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – devono puntare sulla qualità e sulla creatività, come dimostra l’idea dell’azienda Riccardi dove tradizione e innovazione si uniscono. Solo così potranno catturare i consumatori e al tempo stesso combattere le contraffazioni e le imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali alle produzioni Made in Italy».

La collina di San Colombano – spiega la Coldiretti – è l’unica area vitivinicola della provincia di Milano. Si estende a sud del capoluogo lombardo, tra la Pianura Lodigiana e la Bassa Pavese, ed è amministrata da tre province: Pavia, Lodi e Milano. Qui si producono il San Colombano, l’unico vino a Doc di Milano, e la Igt Collina del Milanese. Nel 2014 la produzione finale per il San Colombano è stata di 2.647 ettolitri, mentre per la Collina del Milanese è stata di 5.865 ettolitri.

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