
Cronaca / Centro Lodigiano
Martedì 30 Settembre 2025
SAN MARTINO La comunità si è fermata per ricordare gli internati
La manifestazione Una pagina di storia troppo spesso dimenticata
Domenica, a San Martino in Strada, la comunità si è riunita in piazza Unità d’Italia per rendere omaggio agli internati militari italiani, celebrata per la prima volta quest’anno. C’è infatti una storia che per decenni è rimasta ai margini della memoria collettiva. È quella dei soldati italiani catturati dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, deportati nei campi di concentramento in Germania e nei territori occupati. Non erano prigionieri di guerra in senso stretto, ma neppure alleati del nuovo regime fascista della Repubblica di Salò. Erano uomini messi di fronte a una scelta brutale: combattere al fianco dei nazisti o restare prigionieri. Oltre 600mila dissero “no”. E pagarono questo “no” con anni di fame, freddo, isolamento, lavori forzati. Ma non tradirono la loro coscienza. È stata una giornata intensa e partecipata, fortemente voluta dall’amministrazione comunale di San Martino in Strada, dal sindaco Andrea Torza e da Luca Santi, che da anni lavora per restituire dignità a queste storie dimenticate. La prima parte della cerimonia si è svolta nel parco della Resistenza, dove è stato inaugurato un murale dedicato a Giovannino Guareschi. Scrittore, giornalista ma anche uno di coloro che rifiutò la collaborazione con la Repubblica Sociale e trascorse due anni nei campi di prigionia. È lì che scrisse uno dei suoi racconti più toccanti, Il Sogno di Natale, in cui con la sua inconfondibile ironia raccontava la malinconia e la speranza dietro il filo spinato. Ed è il murale, realizzato nell’ambito della mostra collettiva Mur’Ali, a celebrarlo come colui che scelse la prigionia piuttosto che il compromesso. A seguire, al monumento ai caduti, è stata svelata la targa commemorativa in memoria degli internati militari. «Per anni si è parlato poco di loro, anche perché non sono portabandiera politici. Ma oggi, finalmente, anche l’Italia li riconosce» ha pronunciato Santi. «E invito chiunque si senta triste o sfiduciato - ha concluso il sindaco - a passare di qui, fermarsi un momento, leggere la targa e ricordare che la nostra libertà esiste grazie al coraggio silenzioso di chi ha saputo sacrificarsi».
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