Profughi a San Colombano, in cento al presidio della Lega

La Lega Nord ci mette la faccia e dice di «no» all’arrivo dei richiedenti asilo a San Colombano, nel condominio Roccabarra. Ieri sera dalle 19,30 più di 100 persone si sono trovate in via Steffenini al presidio convocato dai lumbard: tra tanti cittadini, erano presenti il segretario provinciale del Carroccio Flavio Parmesani, il consigliere regionale Pietro Foroni, l’onorevole Guido Guidesi, oltre ad alcuni sindaci come Giovanna Gargioni di Borghetto e Claudio Bariselli di Marudo e l’ex primo cittadino di San Colombano Gigi Panigada.

In virtù del bando della prefettura di Milano del gennaio scorso, la società Gepsa (gruppo Engie, ex Gdf Suez) e l’associazione Acuarinto (di Agrigento) ospiteranno in otto alloggi del condominio fino a 98 profughi. I lavori per la sistemazione di quella porzione di stabile, di proprietà della società Cda Centro Distribuzione Alimentari in liquidazione (il liquidatore è la società Rondelli e Partners di Agrigento), sono in corso, mentre l’altra parte di condominio è stata riqualificata con un intervento di pregio da parte di una società banina, e diverse famiglie vi vivono già. I primi profughi potrebbero arrivare nella prima decade di ottobre, appena chiuso il cantiere.

«Siamo qui perché non si può far finta di niente – ha detto al pubblico il segretario del Carroccio della provincia di Lodi Flavio Parmesani -. Dove ci sono sindaci della Lega si fa di tutto per contrastare queste situazioni, invece a San Colombano non si è fatto tutto quello che si poteva. L’amministrazione si attivi subito in tutti i modi possibili».

La situazione locale è stata descritta da Davide Panzetti, del gruppo “Il borgo che vorrei”, alleato del Carroccio: «Il sindaco e la maggioranza si erano impegnati a contrastare l’arrivo dei richiedenti asilo, ma a oggi quell’impegno è stato disatteso, e l’amministrazione è più impegnata in inaugurazioni e feste che non a provare a risolvere questo problema».

Pietro Foroni, consigliere regionale del Carroccio ha dato la lettura politica della situazione: «Tutto questo non succede per caso, ma perché qualcuno ci si arricchisce. Qui non c’è niente di umanitario, è solo business, e spesso a trarne profitto sono le mafie e l’integralismo islamico. Abbiamo il dovere storico di dire di no a questa situazione, lo dobbiamo fare per i nostri figli e nipoti. È una vergogna che l’amministrazione comunale di San Colombano non abbia fatto tutto quello che poteva».

Infine, l’analisi sulle criticità è toccata all’onorevole lumbard Guido Guidesi: «C’è una questione di sicurezza, una igienico-sanitaria, e ancora un problema di identificazione e uno di normative da rispettare. Noi vogliamo sapere chi si assume la responsabilità di queste cose, perché lo Stato non tratta nello stesso modo gli italiani senza lavoro o in difficoltà o con figli disabili. C’è un problema di equità, e per questo la Lega ci mette la faccia, ma la faccia devono mettercela anche i cittadini di San Colombano, che devono trovare la forza di dire no». La chiusura è stata del segretario leghista di San Colombano Gaetano Zaneboni, che aveva anche introdotto gli interventi: «La Lega Nord c’è e ci mette la faccia, siamo a disposizione per quello che potremo fare per difendere San Colombano e i suoi cittadini».

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