Pfas nell’acqua del rubinetto: adesso Greenpeace promuove Crespiatica - LA MAPPA INTERATTIVA

INQUINAMENTO Il prelievo fatto a settembre dagli ambientalisti indica 1,3 nanogrammi al litro; in passato rilevati valori allarmanti fino a 1.840 contro una soglia di legge di 100

Le analisi condotte in autonomia dall’associazione ambientalista Greenpeace fanno ben sperare per l’acqua potabile di Crespiatica, che nel prelievo effettuato a settembre nella campagna di monitoraggio di 235 città italiane presentato ieri a Roma ha segnato un record, positivo, di 1,3 nanogrammi per litro come sommatoria dei Pfas monitorati nella campagna e la positività solo a uno di essi, l’acido Perfluoroottansolfonico. Sal inaugurerà a primavera un nuovo pozzo, che serve anche Corte Palasio, e rende noto che da anni l’acquedotto di Crespiatica è servito con filtri a carboni attivi, che, a fronte di costi di manutenzione elevati, permettono di assorbire numerosi inquinanti chimici. A Crespiatica prelievi dalla fontanella del cimitero avevano indicato nel 2022, sempre da dati di Greenpeace, la concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche è risultata di 1.840 nanogrammi per litro, ben oltre la soglia dei 100 nanogrammi per litro prevista dalla direttiva europea del 2020, e a Corte Palasio, dove pure il punto di campionamento era stato il cimitero, la concentrazione di Pfas è risultata più contenuta, 104 nanogrammi per litro, ma sempre al di sopra della soglia di rischio.

I dati presentati ieri non comprendono un nuovo monitoraggio a Corte Palasio ma forniscono il dato di un rubinetto di Lodi, con un totale di 12,8 nanogrammi e la presenza di sei diversi Pfas, con l’acido perfluoroesansolfonico a 2,2 nanogrammi. Per consolarsi si può guardare il dato di Milano dove in una zona centrale dal rubinetto sono usciti 90 nanogrammi di Pfas.

Sal assicura di essere già allineata ai nuovi limiti di Pfas che entreranno in vigore nel 2026, e ricorda che il proprio laboratorio impiega 10 addetti a tempo pieno e già da tempo monitora anche il parametro Pfas. Anche l’Ats effettua proprie analisi a campione sulle acque potabili.

I Pfas, sostanze poli- e per-fluoroalchiliche, sono stati battezzati dai chimici “inquinanti eterni” perché non degradabili nell’ambiente, e sono classificati come cancerogeni.

La mappa dei Pfas: https://public.tableau.com/app/profile/greenpeace.italy/viz/AcquaSenzaVeleni/Target100ngl

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