Moschea, a S. Angelo vincono gli islamici

Il Tar dà ragione all’associazione Zam Zam nella vertenza con il Comune. Crespi: «Valuteremo

gli atti, ma lo Stato si dimostra contro i sindaci»

Brutta tegola per il Comune di Sant’Angelo. L’associazione islamica Zam Zam, che gestisce il centro culturale della Malpensata (per alcuni in realtà una moschea) ha vinto la vertenza intrapresa contro palazzo Delmati presso il Tribunale amministrativo regionale di Milano. La conferma è arrivata sabato mattina dal sindaco Domenico Crespi: «Ho parlato con il nostro legale, l’avvocato Adriano Pilia di Milano, che mi ha comunicato l’esito della sentenza - queste le parole di un Crespi molto amareggiato - attendiamo di leggere il dispositivo, ma fin d’ora non possiamo che accogliere negativamente il pronunciamento del Tar».

Il “braccio di ferro” è in atto ormai da mesi. L’associazione Zam Zam gestisce un centro culturale all’interno di un capannone della zona artigianale della Malpensata, in via Salvo d’Acquisto. Secondo l’associazione islamica si tratta di un mero centro culturale dove non si svolgono pratiche religiose, secondo il Comune di Sant’Angelo invece non sarebbe così. Tanto che gli uffici municipali hanno imposto all’associazione Zam Zam il ripristino del capannone nelle condizioni originarie, per mero uso produttivo. L’associazione Zam Zam si è però opposta all’ordinanza del Comune e ha presentato ricorso al Tar. Ora il Tribunale amministrativo, con la sentenza, boccia l’atto del municipio e assegna un punto a favore della comunità islamica.

I legali e gli amministratori del Comune di Sant’Angelo per il momento attendono di conoscere nel dettaglio i contenuti della sentenza. Poi decideranno il da farsi, cioè se impugnare la sentenza del Tar presso il Consiglio di stato oppure sotterrare l’ascia di guerra e rinunciare a proseguire la battaglia legale. «Ho informato della sentenza i capigruppo del consiglio comunale - ha aggiunto Crespi – ed fin d’ora esprimo profondo rammarico per il pronunciamento di un organo dello Stato che rispetto ma non condivido. Lo Stato assegna ai sindaci ruoli sempre più gravosi, a partire dal controllo del territorio, poi lo stesso Stato, attraverso il Tar, distrugge il lavoro quotidiano dei sindaci e degli amministratori comunali».

Se da un lato i rappresentanti dell’associazione Zam Zam hanno sempre precisato che il capannone è utilizzato solo per attività culturali, dall’altro lato più volte alcuni partiti politici, Lega nord in primis, hanno denunciato come - a detta loro - il capannone sia di fatto una moschea.

Il Carroccio non è però l’unica formazione politica a essersi battuta su questo fronte. Risale a poche settimane fa la segnalazione del gruppo politico che fa riferimento all’ex sindaco Giuseppe Carlin, che ha chiesto all’attuale primo cittadino Crespi di informare il consiglio comunale circa la situazione del capannone della Malpensata e le attività che al suo interno vengono svolte. Quanto alla Lega nord, non è da escludere, come peraltro già ipotizzato dai vertici cittadini in passato, l’avvio di una raccolta firme sul caso della presunta moschea.

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