Tagliata l’acqua ai campi

L’acqua scarseggia e il Consorzio Muzza riduce del 50 per cento la concessione dell’“oro blu” in tutto il comprensorio lodigiano.

Risultato? Gli agricoltori sono costretti ad irrigare le coltivazioni con metà della portata e impiegando più tempo, i costi aumentano, e come sempre c’è chi prova a fare il furbo. Gli stratagemmi sono vecchi come il mondo e fortunatamente è solo una minoranza a metterli in atto, ma dove accade è guerra tra i vicini.

Basta manomettere la paratoia per far affluire maggiore acqua al proprio appezzamento anziché all’altro, oppure aprire la chiusa prima dell’orario prestabilito o chiuderla in ritardo.

Vi è persino chi fa cadere “distrattamente” una balla di fieno nel canale e, voilà, l’acqua finisce per incanalarsi tutta da una parte lasciando a bocca asciutta quella dove scorre a fatica.

«Posso assicurare che si tratta di casi isolati, che si contano sulle punta delle dita - spiega il direttore del Consorzio Ettore Fanfani -. Il problema piuttosto è un altro, perché la situazione rispetto a un mese fa è precipitata e stamattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo adottato una manovra di riduzione del 50 per cento dell’acqua di concessione».

La settimana scorsa si era al 70 per cento e quella prima all’80, ma il dato scoraggiante è che sono previsti afa e siccità anche nelle prossime giornate. Eppure fino ad ora il Lodigiano ha costituito un eccezione rispetto alle province confinanti, dove già dalla metà di luglio l’agricoltura sta facendo i conti con misure drastiche di contingentamento dell’acqua.

«Sono uno dei soggetti al tavolo di crisi istituito dall’Autorità di bacino del Po e dopo la prima decade di luglio Mantova, l’Emilia, Cremona e tutta la zona del delta del Po hanno dovuto affrontare la crisi - prosegue Fanfani -. Nel Lodigiano invece la rete principale è tutta bacinizzata e con le apparecchiature che sostengono i livelli siamo riusciti a dilazionare l’acqua nel lungo periodo».

Sul territorio laudense i canali sono 400 e si sviluppano per 6500 chilometri: anziché chiudere i “rubinetti”, il Consorzio Muzza ha ridotto via via le portate e risparmiato l’acqua in vista dei tempi duri.

È insomma la classica storia della formica e della cicala. Così si è arrivati quasi alla metà di agosto senza che gli agricoltori abbiano avvertito troppi disagi, ma è adesso che la partita si fa difficile.

«I nostri modelli ci dicono che farà ancora caldo e non sono previste precipitazioni. In alcune zone il raccolto potrebbe errare in parte compromesso, ma resto abbastanza fiducioso - conclude il direttore -. I campi di granoturco già tagliati non dovranno più essere irrigati, per cui anche se con poca acqua e a fatica dovremmo riuscire a soddisfare le esigenze dei granoturchi di seconda raccolta, dei campi di soia e dei prati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA