Le erbe spontanee dei campi lodigiani - Il video

PARLA COME MANGI A Casalpusterlengo, ospite di Maria Peverali, artista e specialissima cuoca per una sera

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Casalpusterlengo

Ho mangiato come un re, a casa di Maria Peverali, artista di Casalpusterlengo e per l’occasione insignita dell’onorifico titolo di chef.

E, durante la deliziosa cena, per non lasciarmi da solo con simbolici scettro e corona, abbiamo convocato, virtualmente alla nostra tavola reale, un altro sovrano: il buon re Enrico IV, “Le bon Henry”, talmente munifico che, durante un grave periodo di carestia, aprì le porte del suo palazzo affinchè la popolazione affamata potesse raccogliere la grande varietà di erbe spontanee del sontuoso giardino; e, fra queste, mirabile, lo spinacino selvatico.

Maria Peverali ama le erbe; sa distinguerle, abbinarle ai giusti piatti, dosarle, a propria volta coltivarle, ma soprattutto ama coglierle nei campi del Lodigiano, recandosi in luoghi ancora incontaminati, approfittando così della bellezza della natura, traendone spunti pure per la sua creatività artistica: «Nelle nostre zone - mi spiega - abbiamo luoghi veramente belli, come le lanche del Brembiolo, oppure le campagne verso Castiglione d’Adda».

Ma questa passione per le erbe commestibili quando origina in te?

«Sin da bambina. Ricordo che con mio padre raccoglievamo la camomilla, con la quale lui realizzava il liquore; veniva riposta su enormi lenzuoli, lungo l’aia, poi si doveva staccare il capolino dallo stelo, e si usava il fiore, che veniva essiccato; portandosi le mani agli occhi, bruciavano, e come!».

L’intervista completa sul Cittadino in edicola sabato 27 settembre

“Parla come mangi” è la nuova rubrica, sempre curata da Eugenio Lombardo, che si alternerà il sabato con “La cucina dell’anima”. Il cibo, inteso anche come filosofia che vi sta alla base, sarà sempre il filo conduttore. Ma questa volta vogliamo entrare nelle case dei lodigiani e raccontare i loro piatti e le loro passioni. Sarà un grande viaggio popolare, che si abbinerà alla serie della cucina alta, quella degli chef e dei cuochi del territorio

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