Italia 90, il giallo dei comuni “truffati”

“Giallo” giudiziario nel procedimento penale a carico dei vecchi vertici della società palermitana Italia 90: ieri mattina, all’apertura dell’udienza preliminare, non risultavano avvisati né il Comune di Maleo né quello di Fombio, potenziali parti offese in quanto la procura della Repubblica ritiene che la società avesse “imputato i costi di smaltimento della frazione secca dei rifiuti del Comune di Guardamiglio ai comuni di Fombio e Maleo, tenuti, da contratto, a sopportare il costo a peso”. Un’ipotesi di truffa ai danni di ente pubblico, per la quale i Comuni dovrebbero potersi costituire parte civile. «A noi non è arrivato alcun avviso - conferma Foroni -, comunque per l’eventuale costituzione c’è tempo fino all’apertura del processo». «Anche al nostro municipio non sono arrivate comunicazioni riguardo alla fissazione dell’udienza - constata il sindaco di Fombio Davide Passerini -. Ricordo che un problema di fatturazioni incongruenti era stato sollevato a suo tempo dal nostro ufficio tecnico e che Italia 90 aveva riconosciuto un proprio sbaglio. Ma riguardo al procedimento penale non ci è stato comunicato nulla».

Le presunte truffe sul peso dei rifiuti sarebbero avvenute dal 2007 al 2009. Entrambi i comuni però hanno sindaci avvocato e, se si è trattato di una dimenticanza della “macchina della giustizia”, sarà presto posto rimedio.

La “macchina” invece si è inceppata per l’ennesima volta su una notifica, quella a Susanna Ingargiola, la 50enne palermitana che era stata amministratrice della società: non è stata informata dell’udienza, a differenza degli altri dieci imputati e delle quattro parti offese finora riconosciute: per questo motivo l’udienza si potrà aprire formalmente solo il 19 settembre. Nel conto del lungo rinvio anche il periodo di “sospensione feriale” delle attività giudiziarie dalla quarta settimana di luglio fino alla seconda di settembre. Presente invece come parti offesa il Comune di Sant’Angelo Lodigiano, vittima della presunta turbativa d’asta nella gara da 5 milioni di euro per l’appalto rifiuti celebrata nel 2008, che si costituirà parte civile, e convocati anche i trapanesi Salvatore Bertolino, 51 anni, di Trapani, Giuseppe Bertolino, 44, e Pietro Augugliaro, 47, rappresentanti della società M.Eco che aveva vinto l’appalto e poi aveva rinunciato: caduta la prima ipotesi della procura, che avessero preso accordi con il socio unico di Italia 90 Claudio Demma per pilotare l’esito dell’appalto, sono ora invece ritenuti vittime di estorsione, perché si sarebbero ritirati dall’appalto dopo pesanti pressioni.

Il difensore di Demma, Giuseppe Rizzuti di Palermo, anticipa: «Daremo battaglia su diversi aspetti procedurali e sostanziali». Finora sono cadute le accuse di associazione per delinquere e traffico di rifiuti speciali. Mentre Antonio Uggè, uno dei difensori dell'ex dirigente dell'ufficio tecnico di Sant’angelo Lodigiano Giuseppe Tacchini, rimarca: «Ha sempre agito nell’interesse del Comune, e lo dimostrerà».

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