Codogno, anche il panettone soffre il caldo: «Così la lievitazione non si blocca» VIDEO

La storica pasticceria Cornali alle prese con un altro degli aspetti negativi del clima impazzito

Non è solo per lo scioglimento dei ghiacciai, i fiumi in secca e i danni all’agricoltura, è anche per il panettone - e per gli intenditori il “panettone Cornali” – che bisogna marciare contro il cambiamento climatico. Dopo 140 anni di onorata storia, la pasticceria codognese si trova ad affrontare un cambiamento inimmaginabile fino solo a un Natale fa. Perché il clima impazzito, che ha regalato maniche corte e tuffi al mare non più tardi dell’ultimo ponte di Ognissanti, è sfavorevole anche alla lievitazione del classico dolce di Natale. Il panettone appunto, naturalmente se artigianale.

Codogno: panettoni Cornali alle prese con il caldo. Video di Laura Gozzini

«Il problema grosso è la temperatura, perché facendo parecchi impasti, per 120 chili di panettoni al giorno, e avendo un forno solo, non possiamo infornarli tutti insieme e quelli che restano fuori devono sostare al freddo, per fermare la lievitazione, ma “non” fa freddo – spiega Carlo Cornali, che insieme al fratello Luigi porta avanti la tradizione dolciaria avviata dal bisnonno Angelo nel 1880 -. Quando il panettone entra in forno, con il calore inizia il suo sviluppo, ma se è lievitato troppo perché non fa freddo, invece di salire a punta tende ad allargarsi e non è bello».

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