Casale: centro islamico, la battaglia legale contro il Comune non si ferma

RICORSO I responsabili della struttura di via Crema, sconfitti al Tar, adesso vanno al Consiglio di Stato

Casale

Prosegue la battaglia legale attorno al centro culturale islamico di via Crema a Casalpusterlengo. Dopo la sentenza del Tar che a marzo ha dato ragione al Comune di Casale vietando la conversione dell’immobile in un centro di preghiera, quale che esso sia, il centro culturale, soccombente finora nella causa, ha presentato ricorso davanti al Consiglio di Stato. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha nominato un legale per difendersi in giudizio, l’avvocato Claudio Linzola del foro di Milano. Il motivo del contendere è la nascita di un centro islamico nello stabile disabitato in zona Lever, contro il quale il Comune a gennaio 2019 aveva emesso un’ordinanza che, a lavori già in corso. intimava al responsabile dell’iniziativa, di ripristinare la destinazione d’uso dei locali prevista dal “Piano di governo del territorio”. Fissando un termine di 90 giorni per ottemperare. Il rappresentante del centro islamico però aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale amministrativo regionale, che il 30 marzo scorso aveva rigettato il ricorso affermando piuttosto il rispetto del Pgt: «La libertà di esercizio della religione non potrebbe giustificare di per sé una destinazione urbanistica di un immobile diversa da quella impressa dai pubblici poteri poiché è evidente che un immobile, in tesi carente dei requisiti strutturali o di zonizzazione, non potrebbe essere trasformato in una moschea o, allo stesso modo, in una chiesa per l’esercizio del culto religioso, solo in nome di una malintesa “libertà di culto”». (ha collaborato Laura Gozzini)

© RIPRODUZIONE RISERVATA