Apre la moschea di Casale finanziata con i soldi del Qatar

La casa degli islamici della Bassa Lodigiana realizzata con i soldi del Qatar e con la raccolta della comunità musulmana locale. Mercoledì prossimo 25 maggio alle 16,30 si terrà l’inaugurazione ufficiale del Centro culturale islamico di Casalpusterlengo di via Crema, la grande area ex Enel aldilà della ferrovia, alla presenza di rappresentanti dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, di una delegazione diplomatica del Consolato del Qatar e di rappresentanti dell’ente benefico qatariota che ha finanziato l’opera.

Negli anni della giunta Parmesani il rapporto tra l’amministrazione comunale e la comunità islamica è stato attraversato da tensioni sulla cosiddetta moschea di via Fugazza, la precedente sede del Centro culturale. Proprio per quelle tensioni, nel 2010 l’associazione acquistò il terreno ex Enel aldilà della ferrovia, in via Crema, zona Lever. Nel 2012 il Centro avviò il recupero dell’area, e cominciò a utilizzarla per le preghiere del venerdì e per il Ramadan. Oggi la nuova sede si presenta fuori con un’area verde ben tenuta, cancelli in ferro battuto di colore nero e oro, l’edificio di un colore granata elegantemente impreziosito da inserti e fasce bianche in corrispondenza degli infissi, dentro ha un pavimento ricoperto da grandi tappeti, due grandi saloni, una saletta dove celebra le preghiere l’imam, con un sistema di telecamere a circuito chiuso che trasmettono le immagini della guida della preghiera alle altre sale.

Impossibile conoscere i costi della ristrutturazione, e anzi proprio per le spese relative alla nuova sede, nell’ottobre 2014 nacque un contenzioso tra diversi gruppi dell’associazione, con tanto di denuncia (poi lasciata cadere) e di chiusura del centro da parte dell’allora presidente Abdellah El Murabaa, con preghiera del venerdì in mezzo alla strada.

Dopo i chiarimenti all’interno dell’associazione e il rinnovo dei vertici, oggi la comunità ha ritrovato serenità sotto la guida del presidente Abdallatif Ghenji e del vice Hossein Elauiri . Un contenzioso simile sulle risorse della comunità islamica ha tenuto banco anche tra i musulmani di Piacenza un mese fa, e proprio in quell’occasione emerse ufficialmente come il centro culturale islamico di Casale avesse ottenuto finanziamenti da un ente benefico qatariota, Munazzamat. «Ma non era un mistero che fossero arrivati fondi dal Qatar – dicono gli attuali responsabili -. È una donazione in piena regola, veicolata tramite l’Ucoii. I soldi arrivati sono circa 150mila euro, ma la comunità ha provveduto anche in proprio con una raccolta che fruttò circa 60mila euro. Oggi abbiamo riqualificato un pezzo di città che era degradato, e l’abbiamo fatto a spese nostre. Il centro è un luogo aperto, dove chiunque può venire a trovarci, e questo è sinonimo di trasparenza e di sicurezza». Mercoledì prossimo dunque l’inaugurazione.

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