«Stiamo ancora aspettando i ristori per le Partite Iva della zona rossa»

I 500 euro del primo lockdown del mondo occidentale restano ancora una promessa del governo, la protesta di Passerini, Delmiglio e Augussori

«Le partite Iva della prima zona rossa abbandonate dal Governo». A dirlo sono i sindaci della Lega di Codogno e Casalpusterlengo, Francesco Passerini ed Elia Delmiglio, rivendicando a nome del territorio quell’aiuto di 500 euro annunciato da Roma e poi decretato con il “Cura Italia” che attendono ancora oltre 1.500 attività dei dieci comuni lodigiani blindati nel primo lockdown della pandemia. «Chiediamo che sia data risposta ai nostri cittadini e alle nostre imprese che per primi hanno fatto fronte a qualcosa di allora inimmaginabile facendo sacrifici e mettendo risorse anche proprie per tenere aperte le attività - chiede il sindaco di Codogno e presidente della provincia di Lodi Francesco Passerini -. Che il Governo faccia la sua parte erogando i 500 euro che sono stati decretati come indennizzo per i dieci comuni della prima zona rossa e per Vo’ Euganeo, e sui quali anche il senatore Augussori ha fatto un intervento al Senato. I cittadini della nostra zona hanno dimostrato di essere seri, rispettosi, che sia erogato almeno quanto promesso». Dello stesso avviso è il sindaco di Casale Elia Delmiglio: «A nove mesi da febbraio e dal Cura Italia e dal successivo stanziamento delle risorse non si è ancora trovata la modalità di erogazione delle stesse - attacca -. È l’ennesima dimostrazione che questo Governo rispetto al territorio ha una distanza siderale. In tutta la prima zona rossa sono più di 1.500 le attività che beneficerebbero di questo contributo che doveva essere un ristoro. I Comuni hanno fatto la loro parte con sostegni fiscali e contributi a fondo perduto per sostenere il commercio, ma non si è più sentito niente di quelli promessi dal Governo e nel frattempo alcuni si sono visti costretti a chiudere». Per intervenire almeno localmente, Passerini incoraggia: «Per le feste natalizie nel limite del possibile invito a cercare di fare acquisti nei nostri negozi sotto casa per sostenere le nostre attività di vicinato che sono vitali per tutto il territorio».

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