S. Giuliano, 3mila i multati del T-red

Scontro in aula sul T-red che dal 20 marzo al 31 maggio ha già bacchettato ben 3238 conducenti, con un introito per il comune di San Giuliano pari a 540mila euro. Il Pdl con l’appoggio bipartisan dell’opposizione ha chiesto di mettere a riposo il sistema con una pausa per verifiche tecniche, ma dall’altra parte della barricata si è alzata una levata di scudi.

Risultato finale: con 6 voti favorevoli e 11 contrari la mozione del centrodestra è stata respinta, pertanto la telecamera rimarrà accesa. Questo l’esito con cui, davanti a un pubblico infuriato per la pioggia di multe, martedì si è conclusa la lunga discussione sul dispositivo che scatta quando i conducenti attraversano con il rosso, infliggendo multe da 167 euro con il taglio di 6 punti sulla patente. Un capitolo spinoso, che ha tenuto banco per ore, con un susseguirsi di interventi. «Chi sostiene questa mozione - ha detto il capogruppo del Carroccio, Stefano Dornetti -, è a favore dei cittadini, chi vota no è favorevole a fare cassa». E alla notizia fornita dall’assessore Gennaro Piraina che circa il 20 per cento dei filmati, nella selezione fatta dai vigili, viene scartato in quanto i filmati non sono ben visibili, il portabandiera della lista “Vivi bene San Giuliano”, Marco Toni, ha fatto notare: «Se la legge è uguale per tutti, tutti devono essere posti nelle stesse condizioni, altrimenti c’è qualcosa che fa nascere il sospetto che queste apparecchiature non siano tarate nel modo dovuto». E consigliere Emanuele Patti (Pdl) ha sottolineato: «Mezza Italia ha avuto problemi con i T-red con 63 comandanti della polizia locale indagati: se questi semafori hanno creato tutti questi problemi c’è qualcosa che non va. Innanzitutto l’arancione non lascia la possibilità di completare l’attraversamento». Sempre tra gli azzurri, il consigliere Vito Nicolai, ha aggiunto: «Lo spirito di questa iniziativa non è quello di cavalcare la tigre del malumore dei cittadini, ma di discutere insieme una scelta di buon senso, per dare una risposta certa ai cittadini». E l’esponente di Sel Massimo Molteni ha fatto presente: «Dobbiamo innanzitutto domandarci quale sia la finalità: se è uno strumento che serve a formare il cittadino a cui si chiede maggiore attenzione ha un senso, un’altra questione si pone se la finalità è quella di fare cassa».

Il T-red è stato difeso a spada tratta dalla maggioranza. Il rappresentante dell’Idv Giulio Buscarino ha posto in rilievo: «Se c’è stato un errore di forma deve essere sistemato, se ci sono state multe indebite bisogna assolutamente porre rimedio alla questione, ma il mio auspicio è che tutti si inizi a capire che San Giuliano non è zona franca, e che ci si metta una mano sulla coscienza». Rimanendo sugli stessi banchi il rappresentante Democratico Paolo Anelli ha dichiarato: «A San Giuliano ho visto gente passare con il rosso, e non solo in prossimità del semaforo di piazza Alfieri, che è diventato un simbolo. Ad esempio i semafori di via Repubblica e via Risorgimento sono degli optional, soprattutto da parte di coloro che non sono di San Giuliano, ma transitano sul territorio. In via Repubblica e in via Dalla Chiesa si sfiorano i 120 chilometri all’ora: io sarei dell’idea di mettere apparecchiature di questo genere anche in altri punti all’interno della città».

Determinato nel difendere la bontà del progetto, l’assessore Piraina, il quale ha ricordato in modo risoluto che il T-red è unicamente frutto di un’iniziativa che persegue il fermo obiettivo di garantire più sicurezza sulle strade. Ma la seduta si è chiusa in un clima di bagarre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA