Questa brutta storia

C’è qualcosa che non va, e non da ora, nel dibattito politico, che continua ad avvitarsi sugli stessi temi. Il rischio è che si inneschi una spirale che porta non alla prevalenza di uno schieramento su un altro, ma al risultato di “giochi a somma negativa”, quando tutti i partecipanti perdono. Sarebbe poco male se tutto restasse confinato sul palcoscenico della politica. In realtà il senso di frustrazione e di stallo che ne deriva dimostra che soprattutto ne perde il tessuto complessivo dell’Italia nel suo complesso, cioè tutti i cittadini, senza distinzione. Tuttavia non ci sono ricette miracolistiche. Tutto deve passare attraverso il paziente rapporto tra gli attori in campo. Tutti in buona sostanza devono giocare una partita corretta. “Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti”, ha scritto il Capo dello Stato al vice-presidente del Csm, in relazione ai manifesti “ignobili” e “intollerabili” in cui si suggeriva l’assimilazione tra le Brigate Rosse e la Procura milanese. Questa brutta storia, aggiunge il presidente Napolitano “indica come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni”. Fermiamoci dunque, prima che qualcuno prenda sul serio la rincorsa verbale che sembra non avere argini. Certo cambiare registro non è facile. Più semplice sovraccaricare sempre i toni e continuare a recitare un copione ormai troppo prevedibile. Che però crea assuefazione e dunque intrattiene il consenso, sia pure a costi sempre più alti. Eppure c’è da scommettere che la spirale è ormai arrivata ad avvitarsi su se stessa. Con conseguenze imprevedibili. Ma chissà che, continuando ad investire su ciò che unisce, ciò che tiene insieme questo Paese, nonostante tutto, possano scaturire idee e riferimenti finalmente giocati sul futuro e non su un presente sempre più autoreferenziale.

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