LODI VECCHIO Covid-hotel, ecco le 25 stanze per la quarantena dei contagiati

Il sindaco Felissari: «Importante riconoscere lo sforzo di un privato che ha adeguato l’albergo»

Niente quadri, niente tappeti, niente suppellettili, anche tutto va sanificato. Il grande atrio è semi vuoto: c’è un bancone, che nei progetti farebbe da accettazione e da punto informazioni per i familiari, magari con schermi per il contatto con chi è qui in quarantena. Sui due piani dello stabile, le 25 camere sono pronte. L’interno è simile per tutti: ci sono letti, armadi, una scrivania, un ampio bagno. È tutto pronto per l’accoglienza dei positivi Covid che non possono passare la quarantena a casa al Lodi Vecchio Hotel di via Nazioni Unite. L’iniziativa era nata in primavera in piena emergenza sanitaria, su idea dell’amministrazione comunale che ha cercato la disponibilità del privato e coinvolto altri comuni del Lodigiano. Un modello che - almeno sulla carta - era stato ipotizzato anche per l’Una Hotel di Lodi, con il coinvolgimento di Ital Gas Storage spa. «Oggi la nostra è l’unica realtà del Lodigiano pronta all’accoglienza Covid e inserita nella rete di Regione Lombardia, tramite un bando in cui Regione chiedeva manifestazioni di interesse per strutture da destinare all’accoglienza - spiega il sindaco di Lodi Vecchio Lino Osvaldo Felissari - : se è vero che i numeri di quest’estate hanno fatto venire meno l’esigenza, oggi il panorama è mutato. Il territorio aveva altre opzioni in campo che però di fatto si sono sterilizzate. E credo sia opportuno intanto riconoscere lo sforzo fatto da un privato che ha messo a disposizione la struttura e le risorse per adeguarla, non perdere la disponibilità di altri privati che si erano fatti avanti per finanziare e partecipare a esperienze simili, ma anzi riagganciarli». Anche perché il privato, Alessandro Omini, titolare di Alpa, è chiaro. «Abbiamo investito per adeguare la struttura (30 mila euro ndr) e abbiamo tenuto ferma la struttura per mesi. Ci siamo adeguati a tutte le prescrizioni Ats e abbiamo ottenuto l’idoneità il 27 agosto: ora se non si muove nulla, rimetteremo la struttura sul mercato». E ci vorrebbero altri lavori e risorse, per adeguarne un’altra. «La struttura è stata dichiarata idonea per quel tipo di progetto di residenza alberghiera e fa anche parte del piano territoriale di Ats che verrà presentato a breve a Regione Lombardia - spiega Giovanna Gargioni, referente dei sindaci lodigiani in assemblea Ats - , che dovrà poi dare il suo avvallo. In caso di via libera, dovrebbe arrivare la convenzione tra Ats e privato e in caso di necessità la struttura potrebbe iniziare ad accogliere gli utenti inviati da Ats». n

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