L’acqua, patrimonio da difendere

Si rischia l’inflazione delle “Giornate” dedicate a una tematica, ma la Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo) - istituita dalle Nazioni Unite una ventina di anni fa - è venuta acquisendo sempre più importanza perché l’acqua, a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento delle falde, sta diventando in molte aree del pianeta un bene sempre più scarso, il cui accesso non è garantito a un quinto della popolazione mondiale. Anche in una realtà ricca d’acqua come il Lodigiano e la Bassa Lombardia gli acquedotti sono costretti a prelevare acqua dalla seconda o dalla terza falda, perché quelle superiori sono inquinate soprattutto dai concimi chimici utilizzati in agricoltura. Negli ultimi anni l’acqua è costantemente presente nell’agenda politica italiana: dalla raccolta nel 2007 di firme per una proposta di legge popolare sull’acqua pubblica all’approvazione nel novembre 2009 della legge Ronchi che invece obbliga tutte le realtà locali alla privatizzazione, dalla raccolta di firme nel 2010 per chiedere un referendum abrogativo delle norme che privatizzano l’acqua alla campagna referendaria che sta per aprirsi e si concluderà con il voto, che il governo è intenzionato a fissare per il 12 giugno. Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica, promotore del referendum, ha insistentemente chiesto che la consultazione referendaria avvenga il 15 maggio, in concomitanza con la tornata elettorale amministrativa: si risparmierebbe in costi e soprattutto si favorirebbe la partecipazione al voto dei cittadini. Ma proprio quest’ultima si vuole boicottare, per far fallire la consultazione referendaria, la cui validità è sottoposta al raggiungimento del 50%+1 degli elettori. A Lodi, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, le realtà associative sensibili al tema dell’acqua (tra cui Comitato lodigiano per l’acqua pubblica e Lodisolidale) hanno accolto la proposta del Movimento per la lotta contro la fame nel mondo (MLFM) per una simbolica marcia che richiami il lungo percorso che, soprattutto in Africa, le ragazze e le donne devono compiere per procurarsi la quantità d’acqua necessaria agli usi domestici: la marcia si svolgerà domenica 20 marzo, ore 10, con partenza dall’acquedotto (viale Dante), transiterà per i giardini “Federico Barbarossa” e per corso Roma, arrivando in piazza della Vittoria, dove ci saranno banchetti delle associazioni, mostre e animazione musicale. L’iniziativa è stata promossa a livello mondiale da un network di associazioni non governative che organizzano dal 19 al 22 marzo la marcia “The World Walks for Water”. L’impegno lodigiano in occasione della giornata mondiale dell’acqua non si ferma qui: proprio martedì 22, alle 21, presso il Coffee Move di Corso Mazzini, si terrà una serata di letture e piccole rappresentazioni artistiche incentrata sul senso dell’acqua, in collaborazione anche con il laboratorio degli Archetipi. Oltre al Movimento per la lotta contro la fame nel mondo, che sta costruendo alcuni acquedotti in Ruanda, Tanzania ed Haiti, sono impegnati sul fronte dell’acqua gli “Amici del Marajò”, che hanno scavato pozzi per alcune comunità del Mozambico, e l’associazione “Tam Tam d’Afrique” che sta collaborando per permettere a comunità del Togo di avere l’accesso all’acqua potabile. La situazione dell’acqua nel Lodigiano sta per essere radicalmente mutata, in base alla nuova normativa introdotta dalla legge Ronchi. La proprietà è stata esclusivamente dei Comuni da quando, a fine Ottocento, si sono cominciati a scavare a Lodi i pozzi per alimentare le prime fontanelle pubbliche, cui è seguito nei primi decenni del Novecento lo scavo dei primi tratti di acquedotto, man mano completato portando l’acqua in ogni casa e appartamento. Sono poi seguiti i Consorzi che hanno governato gli acquedotti di più Comuni, portando l’acqua anche nelle cascine: quasi tutti i Comuni del Lodigiano, ad eccezione di Lodi e Codogno che hanno avuto proprie società municipalizzate, sono stati serviti dal CAP (Consorzio Acqua Potabile), costituito a Milano nel 1928. Dal 2010 l’acqua potabile è gestita da Società Acque Lodigiane (SAL), società totalmente di proprietà dei Comuni lodigiani. L’obbligo di privatizzarla per il 40%, imposto dalla legge Ronchi, verrà così a interrompere un’esperienza secolare che ha dato buoni risultati. Per questo la simbolica “marcia per l’acqua” di domenica 20 marzo vuole essere anche un forte appello alle forze politiche affinché sappiano difendere integralmente un patrimonio di esperienza e responsabilità che i Comuni lodigiani hanno costruito lungo un secolo e infine espresso unanimemente con la costituzione della Società Acque Lodigiane.

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