Italia al voto/Dalla data al parlamento ridotto: oggi un voto che sa di storia

Per la prima volta elezioni politiche in autunno: seggi aperti dalle 7 alle 23

Dopo settimane di arroventata campagna elettorale estiva, oggi circa 50 milioni di elettori sono chiamati alle urne per le elezioni politiche. Si tratta di una tornata elettorale storica per almeno tre motivi. Il primo è legato al calendario: mai si era votato in autunno , una circostanza resasi necessaria dopo la caduta del governo Draghi e la successiva decisione del Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere con qualche mese di anticipo rispetto alla naturale scadenza di 5 anni della legislatura. Il secondo riguarda il nuovo parlamento che sarà composto da 600 membri (400 deputati e 200 senatori) rispetto ai precedenti 945. Il terzo riguarda il corpo elettorale: per la prima volta tutte le persone con più di 18 anni potranno votare anche per il Senato, mentre in precedenza il diritto spettava solo a chi aveva più di 25 anni di età.

I seggi elettorali resteranno aperti dalle 7 alle 23, poi inizieranno subito le operazioni di spoglio e verranno resi noti i primi exit poll che potranno dare un’indicazione sull’esito del voto, in attesa dei risultati definitivi e dell’assegnazione dei seggi. Per votare è necessario presentarsi al seggio muniti di un documento d’identità e della tessera elettorale (chi l’ha smarrita o ha terminato lo spazio per i timbri può chiederne una nuova all’ufficio elettorale di competenza o all’anagrafe).

Ogni elettore avrà a disposizione due schede: una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Le schede contengono i simboli dei partiti, eventualmente raggruppati per coalizione, con al fianco un elenco di nomi (parte plurinominale) e sopra un singolo nome scritto in maiuscolo (parte uninominale). Per votare occorre tracciare una X sul simbolo del partito o della coalizione scelto, oppure sul nome del candidato all’uninominale. In questo secondo caso il voto sarà dato al candidato dell’uninominale e verrà ripartito poi tra tutti i partiti della coalizione a sostegno. È possibile anche tracciare una X sulla lista dei nomi per il plurinominale, ma ciò non varrà come preferenza per un singolo candidato, visto che le liste sono bloccate. Infine, non è consentito il voto disgiunto, quindi la preferenza per un candidato e un partito differente da quelli che lo sostengono.

Sono in tutto 75 i simboli ammessi alle elezioni. In lizza le due coalizioni di centrosinistra (Pd, Verdi-Sinistra, Impegno Civico, +Europa) e centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi moderati) più formazioni che corrono da sole come Movimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva, Italexit per l’Italia, Unione Popolare e altre che si presentano soltanto in alcune circoscrizioni.

Sul risultato potrebbe pesare l’astensionismo, sempre aumentato negli ultimi anni sulla scia di una crescente disaffezione verso la politica. Se fino agli anni Settanta il “partito del non voto” oscillava tra il 6 e il 7%, nel 2018 ha toccato il 27% e, stando a quanto successo nelle ultime consultazioni amministrative, rischia di crescere ancora.

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