Di fatto è un ente svuotato

In merito al decreto sulla spending review esprimiamo forti critiche rispetto ai tagli delle risorse per i Comuni e per le Province. Per quest’ultime i tagli previsti ammontano a 500 milioni di euro per il 2012 e 1 miliardo di euro per il 2013, e andranno a gravare su servizi e comparti come il traporto pubblico, la formazione professionale, la manutenzione degli istituti scolastici. Per quel che riguarda la Lombardia l’ipotesi di tagli ammonta a euro 69.391.648 per il 2012 e a euro 138.783.245 per il 2013. Al netto delle discussioni *Federazione del Lodigiano.

Nello specifico della Provincia di Lodi, le ultime manovre, compresi i provvedimenti contenuti nello spending review, comportano un taglio complessivo di 1.200.000 nel 2012 (che potrebbe ulteriormente aumentare). Nel 2013, invece, le previsioni parlano di un taglio che potrebbe crescere del 100% rispetto a quello effettuato nel 2012.

La stessa cosa vale per i Comuni, colpiti da ulteriori tagli per 500 milioni di euro nel 2012 e 2 miliardi nel 2013 che si aggiungono a quelli effettuati negli ultimi quattro anni per una riduzione complessiva della spesa corrente che si attesta attorno al 23% e che ha ridotto ai minimi termini quella per gli investimenti.

Comuni e Province si trovano inoltre in grave difficoltà anche a causa delle modalità del Patto di stabilità che ne paralizza la capacità di spesa in conto capitale e rende sempre più difficile garantire i servizi fondamentali ai cittadini.

Si tratta, infine, di tagli lineari che colpiscono anche quegli enti virtuosi che dovrebbero invece essere messi nelle condizioni di rispondere dal basso alla crisi economica, produttiva e occupazionale, anche solo, ad esempio, cominciando a pagare le piccole e medie imprese del territorio che hanno lavorato per conto dell’Amministrazione pubblica.

Chiediamo quindi al partito che vengano sostenuti quegli emendamenti che vanno a modificare le scelte di cui sopra relative al taglio delle risorse e al patto di stabilità.

LE SCELTE POSITIVE

Vi sono nella spending review misure che riteniamo utili e positive. Per quanto riguarda i piccoli Comuni vengono recepite diverse proposte avanzate dal Partito Democratico a da Anci sulla gestione associata dei servizi.

Viene, infatti, cancellato l’art. 16 della manovra Bossi-Berlusconi dello scorso agosto che costringeva ad utilizzare un tipo di unione penalizzante per i Comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti e disincentivante per quelli con meno di 1000 abitanti. Si introduce invece un regime prevalente uguale per tutti i Comuni sotto i 5000 abitanti, che potranno utilizzare lo strumento della convenzione oppure quello dell’unione prevista dal Testo unico degli enti locali (dlgs 267/2000).

Sono, inoltre, positivi gli incentivi previsti per le fusioni che saranno pari al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010 (per quanto riguarda gli incentivi alle associazioni ed unioni, chiediamo al PD Regionale di presentare in Regione Lombardia un’apposita legge regionale).

Riteniamo altresì positive le scelte relative alle centrali di acquisto statale e regionale per l’acquisto di beni e servizi, una linea che va portata avanti con l’introduzione dei costi standard a livello centrale, regionale e territoriale all’interno di una logica di razionalizzazione e trasparenza dei costi della pubblica amministrazione.

LE NUOVE PROVINCE

La spending review mette nuovamente mano, dopo l’art. 23 del decreto Salva Italia, alla riorganizzazione delle Province. Purtroppo ci troviamo nuovamente a confrontarci con decisioni che sembrano non tener conto del lavoro del Parlamento, in particolare rispetto al tema delle funzioni del governo di area vasta così come previste dal codice delle autonomie. Ci troviamo davanti a decisioni che danno l’impressione più di rincorrere l’opinione pubblica che non di riformare l’organizzazione dello Stato in modo efficiente ed efficace.

Dal punto di vista delle risorse si è già detto sopra. Dal punto di vista degli accorpamenti riteniamo indispensabile che vengano approvati quegli emendamenti che allungano i tempi delle decisioni per poter permettere ai territori di provvedere, dentro criteri certi e razionali, alla definizione delle nuove Province, anche valutando la possibilità di rivedere gli attuali confini amministrativi.

Rispetto alle funzioni riteniamo che si debba fare di più sostenendo gli emendamenti che tendono a renderle coerenti con quanto previsto dal codice delle autonomie, sia ripristinando la delega relativa all’edilizia e alla programmazione dell’offerta scolastica, sia immaginando che, per quel che riguarda la Lombardia, non vengano previsti ostacoli ala riassegnazione da parte della Regione di una serie di deleghe importanti, in particolare quelle relative alle politiche del lavoro, sulle quali negli ultimi anni sono stati costruite nei territori iniziativi e reti utili e funzionali a dare risposte ai bisogni dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori. Preoccupa che nelle funzioni alle Province non si faccia riferimento (seppur fortemente ridimensionata dalla legislazione regionale) a nessuna competenza urbanistica.

Riteniamo infine indispensabile prevedere che le nuove Province siano enti di primo livello, forti e legittimate dal voto popolare per quel che riguarda il Presidente e il Consiglio.

Se infatti con le decisioni assunte nel dicembre scorso dal decreto Salva Italia poteva essere in parte comprensibile una logica di secondo livello (al netto delle critiche e delle incoerenze registrate sulla bozza della nuova legge elettorale provinciale), con il nuovo modello che sembra delinearsi non ha alcun senso l’idea che Province più grandi, con un maggior numero di Comuni, con funzioni di governo di area vasta, debbano essere governate da pochi amministratori già impegnati nell’amministrazione del proprio Comune.

COSA INTENDIAMO FARE

Rispetto alla definizione dei confini e delle funzioni delle nuove Province che dovranno essere discusse prossimamente dal Consiglio delle autonomie locali, il PD Lodigiano, d’intesa con le altre Federazioni del partito, ha dato vita a un gruppo di lavoro che coinvolge i territori di Pavia, Lodi, Mantova, Cremona, Crema e che sta programmando incontri anche con i rappresentanti delle realtà sociali, economiche e universitarie. Il 7 settembre gli amministratori locali, i consiglieri regionali e i parlamentari del PD dei territori interessati si ritroveranno tutti insieme per fare il punto della situazione.

Lo scopo del gruppo di lavoro è quello di condividere una posizione che verrà presentata ai membri del Cal, al fine di portare una nostra elaborazione all’interno della discussione. Ovviamente, nulla vieta, che la “nostra” posizione sia intesa in senso largo, ovvero come posizione del territorio, da condividere, quindi, anche con le altre forze politiche.

Riteniamo indispensabile e siamo convinti del fatto, che il Consiglio delle Autonomie Locali avvierà una riflessione approfondita e di sostanza, ma è oltremodo fondamentale che questo lavoro si sviluppi in perfetta armonia con tutte le componenti del sistema istituzionale lombardo (dalla giunta regionale al consiglio regionale, dalle Province ai Comuni capoluogo, sino alle comunità locali, nelle loro varie espressioni), per individuare soluzioni che consentano di mettere a punto un nuovo e più avanzato modello di organizzazione dell’amministrazione pubblica e delle sue funzioni sui territori. L’orizzonte verso il quale riteniamo opportuno muoverci è quello di “poli di servizi” che coniughino efficienza ed economicità alla maggior prossimità possibile ai soggetti fruitori.

Solo così sarà possibile trasformare questo processo di revisione in una proficua chance di cambiamento, capace di produrre effetti concreti per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Riteniamo, quindi, che nell’attesa che vengano meglio definiti i tempi entro cui i Consigli delle Autonomie Locali debbano esprimersi a seguito della deliberazione del Governo con cui sono stati fissati i requisiti dimensionali delle “nuove” Province, e nell’attesa dell’esito del confronto parlamentare sulla conversione in legge del decreto, che non venga perso altro tempo prezioso e che vengano accelerati i ritmi del confronto.

Parallelamente, pertanto, riteniamo positiva l’iniziativa del gruppo Pd in Consiglio regionale che ha già chiesto la convocazione di un consiglio dedicato alle nuove Province per discutere di come Regione Lombardia intende approcciarsi all’intera questione. Riteniamo, invece, inspiegabile l’immobilismo dell’Amministrazione Provinciale nel federare il territorio e nell’individuare una modalità di confronto che coinvolga istituzioni, realtà socio economiche e cittadini. Già due mesi fa avevamo proposto l’Istituzione di un gruppo di lavoro capace di rappresentare il Lodigiano (proposta ripresa successivamente anche dal Presidente del Consiglio Provinciale) per affrontare la discussione. A oggi, però, nulla è stato fatto, se non prese di posizione che hanno dato più l’impressione di posizioni personali.

In attesa che entro il 3 agosto venga convertito in Legge il decreto (e quindi con un testo più chiaro, anche in virtù degli emendamenti che verranno o meno accettati), Il Coordinamento sindaci e amministratori locali del PD Lodigiano dà mandato al Segretario del PD Lodigiano di prevedere un ulteriore momento di confronto all’interno della Festa PD del Lodigiano (LODI: 24 agosto/2 settembre). In conclusione il Segretario e la Direzione provinciale avvieranno e intensificheranno il confronto con le realtà sociali, associative, economiche e civiche del Lodigiano.

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