Stop profughi, i sindaci della Lega contro il prefetto

I sindaci della Lega nord non si siederanno più al tavolo con la prefettura per discutere dell’accoglienza dei profughi: «Prima dobbiamo pensare ai nostri cittadini e ai loro problemi». Lo hanno scandito a più riprese ieri pomeriggio gli amministratori Giovanna Gargioni (Borghetto), Francesco Passerini (Codogno), Alfredo Ferrari (Castiglione), Veronica Piazzoli (Cornovecchio) e Maurizio Villa (Sant’Angelo), quest’ultimo assente per impegni personali alla conferenza stampa organizzata a Lodi ma sulla stessa lunghezza d’onda dei “colleghi”. L’attacco più duro alla gestione del fenomeno immigrazione è arrivato però dal deputato del Carroccio Guido Guidesi: «Il sistema dell’accoglienza costa allo Stato 4 miliardi e mezzo di euro solo quest’anno e di questi soldi la prefettura di Lodi ne ha usati parecchi. Il continuo interventismo della prefettura ha già combinato una miriade di casini, come per esempio a Terranova con una struttura sprovvista di destinazione d’uso, senza contare i mancati controlli sui luoghi - dichiara Guidesi -. Il fatto che il prefetto continui a insistere non è più giustificabile, il limite è stato superato, anche il prefetto dica al ministero che a Lodi non ci stanno più immigrati. Ci aspetteremmo lo stesso atteggiamento anche dagli altri sindaci - conclude l’onorevole -, questa è un’ingiustizia sulla quale non si può più tacere». Guidesi chiede lo stesso trattamento, con vitto e alloggio compresi e la possibilità di eseguire lavori socialmente utili, anche per i disoccupati lodigiani.

Il segretario provinciale Claudio Bariselli ha spiegato che le fasce tricolore in quota Lega nord, convocate in queste settimane “a scaglioni” in prefettura, diserteranno ogni appuntamento.

«Prima daremo ascolto ai nostri cittadini - dichiara Gargioni -, che ogni giorno vengono a sottoporci i loro problemi: la casa, il cibo, i medicinali. È deprimente non riuscire a dare sempre delle risposte. Di certo se la prefettura ci desse 35 euro al giorno per queste persone saremmo un’Italia più felice». Lo sostiene anche Passerini, che a Codogno si sta occupando della revisione dei servizi sociali: «Non ci sono gli spazi e le risorse per gestire i flussi - sottolinea -, noi vogliamo tutelare le esigenze dei nostri territori». Per farlo i lumbard hanno abbandonato l’Associazione nazionale dei Comuni Italiani (Anci), «usata come braccio politico», dice Ferrari, il quale aggiunge: «Gli episodi di cronaca di questi giorni sono uno dei risultati dell’aver eliminato il reato di immigrazione clandestina, inoltre le forze dell’ordine devono avere degli strumenti di legge per tutelare i cittadini».

A Cornovecchio, Piazzoli racconta di aver scoperto quasi per caso che sul territorio sarebbe stato ospitato l’orto didattico per i profughi della casa cantoniera di Castelnuovo: «Non ne sapevo nulla, un avviso mi sembrava doveroso, mi chiedo adesso come arriveranno a Cornovecchio, con che mezzi».

Il consigliere regionale Pietro Foroni, dati alla mano, sostiene che «il velo d’ipocrisia è ormai caduto, solo il 5 per cento di chi fa richiesta ottiene lo status di rifugiato, i numeri dimostrano che la maggior parte non ha diritto di stare nel nostro paese perché non sta fuggendo da alcuna guerra». Foroni osserva che il numero degli sbarchi è notevolmente cresciuto, un fenomeno che considera allarmante.

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