Consegne truccate a Peschiera, Lodi, Casale e S. Angelo

Un “terremoto” sta scuotendo le sedi di Poste Italiane di Peschiera Borromeo e del Lodigiano. A seguito di un’indagine della procura di Roma, infatti, su presunte truffe relative ai test sui tempi di consegna della corrispondenza, è stato sospeso dal suo incarico il dirigente del Cmp (centro meccanizzato postale, una delle principali aree di smistamento in Italia) di Peschiera Borromeo, mentre le indagini hanno coinvolto anche i “centri principali di distribuzione” di Lodi e Casale e quello “secondario” di Sant’Angelo. In questi ultimi non sono ancora stati presi provvedimenti drastici nei confronti del personale. I magistrati invece hanno acquisito le mail e le altre comunicazioni che i direttori e i responsabili del monitoraggio qualità (sei persone in tutto nei tre centri) si sono scambiati con i loro superiori, per capire se venissero “impartiti” ordini mirati ad alterare i tempi di consegna.

L’indagine ovviamente non è limitata a Lodigiano e Sudmilano ma si estende a livello nazionale. Finora sarebbero già quaranta i dirigenti sollevati dal loro incarico, fra sospensioni e licenziamenti, e migliaia i dipendenti raggiunti da contestazioni.

«L’indagine riguarda solo la parte della distribuzione della corrispondenza e non le filiali o altri uffici» si limita a far sapere Poste Italiane.

L’ipotesi su cui sta lavorando la procura di Roma è che sia stata creata una sorta di corsia preferenziale per consegnare le “lettere test” nei tempi prestabiliti. Questo il meccanismo: un’azienda esterna sceglieva circa 8mila persone, che spedivano lettere fra loro per verificare il tempo necessario al recapito. Questi nominativi però sarebbero stati intercettati da alcuni funzionari e dirigenti, e così le “lettere civetta”, come sono chiamate in gergo, venivano consegnate in tempi certo, Anche a discapito dell’altra corrispondenza. In questo modo si poteva dimostrare che il coefficiente di qualità, previsto dal contratto tra Poste Italiane e lo Stato, veniva rispettato, evitando all’azienda le pesanti sanzioni (fino a 500mila euro l’anno) previste dal mancato rispetto di determinati parametri.

Sulla vicenda è stata avviata anche un’indagine interna di Poste Italiane. A circa 40 dirigenti e migliaia di dipendenti e direttori di sedi periferiche sarebbero state scoperte all’interno delle mail aziendali comunicazioni sulle “lettere test”, alle quali non è seguito il contrasto o la segnalazione di tale condotta ai “competenti organismi aziendali”. Altre indagini sono ancora in corso, anche sulle comunicazioni giunte nelle sedi di Lodi, Casale e Sant’Angelo.

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