Un’esibizione nata (e ripresa) quasi per caso, ma che in poche ore ha fatto il giro del web commuovendo milioni di persone. Dario Leone, attore di Lodi Vecchio, ha avuto l’onore di accompagnare Ornella Vanoni durante la sua ultima interpretazione in pubblico di "Ma mi", manifesto della canzone milanese e brano "di resistenza" firmato da Giorgio Strehler. Lo scorso 24 aprile, la cantante, scomparsa venerdì all’età di 91 anni, aveva partecipato a un evento promosso dall’Associazione "Bella ciao, Milano" nei luoghi della Resistenza meneghina, tra i quali il Piccolo Teatro, fondato nel 1947 da Strehler e Paolo Grassi negli spazi di quella, che durante la guerra, fu sede della temuta brigata fascista "Ettore Muti". Un luogo dell’orrore, dove venivano imprigionati e torturati i dissidenti, trasformato in un lugo di cultura. «I ragazzi di "Bella ciao" mi dissero di portare una chitarra – racconta Dario Leone –, ma mai avrei immaginato di accompagnare Ornella Vanoni. Era stata invitata per parlare della sua esperienza al Piccolo e del periodo della Resistenza. Dopo l’intervista, Andrée Shammah, che aveva condotto l’incontro, mi chiamò sul palco. "Siccome io sono una donna di teatro e sono una regista, finiamo con la musica", disse, e così, quasi senza accorgermene, mi ritrovai di fianco a Ornella Vanoni. Quando ha iniziato a cantare è come se avesse perso cinquant’anni: la sua voce sembrava un sassofono, aveva un suono caldo, come un balsamo. E in più ho conosciuto una persona molto profonda, capace di trasmettere grandi emozioni con i suoi racconti e al tempo stesso dotata di un’ironia elegantissima».
Un’esibizione nata (e ripresa) quasi per caso, ma che in poche ore ha fatto il giro del web commuovendo milioni di persone. Dario Leone, attore di Lodi Vecchio, ha avuto l’onore di accompagnare Ornella Vanoni durante la sua ultima interpretazione in pubblico di "Ma mi", manifesto della canzone milanese e brano "di resistenza" firmato da Giorgio Strehler. Lo scorso 24 aprile, la cantante, scomparsa venerdì all’età di 91 anni, aveva partecipato a un evento promosso dall’Associazione "Bella ciao, Milano" nei luoghi della Resistenza meneghina, tra i quali il Piccolo Teatro, fondato nel 1947 da Strehler e Paolo Grassi negli spazi di quella, che durante la guerra, fu sede della temuta brigata fascista "Ettore Muti". Un luogo dell’orrore, dove venivano imprigionati e torturati i dissidenti, trasformato in un lugo di cultura. «I ragazzi di "Bella ciao" mi dissero di portare una chitarra – racconta Dario Leone –, ma mai avrei immaginato di accompagnare Ornella Vanoni. Era stata invitata per parlare della sua esperienza al Piccolo e del periodo della Resistenza. Dopo l’intervista, Andrée Shammah, che aveva condotto l’incontro, mi chiamò sul palco. "Siccome io sono una donna di teatro e sono una regista, finiamo con la musica", disse, e così, quasi senza accorgermene, mi ritrovai di fianco a Ornella Vanoni. Quando ha iniziato a cantare è come se avesse perso cinquant’anni: la sua voce sembrava un sassofono, aveva un suono caldo, come un balsamo. E in più ho conosciuto una persona molto profonda, capace di trasmettere grandi emozioni con i suoi racconti e al tempo stesso dotata di un’ironia elegantissima».