Un antico segreto e un viaggio che comincia

DOLÌ / 3 Una storia magica a cura di Francesca Fornaroli

Dolì

Ecco a voi la nuova puntata della storia di Leonardo, un bambino in viaggio nella città al contrario di Dolì. Leggi prima le precedenti puntate:

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Leonardo, attraversando quella porta, stava entrando in un ricordo vivo, come se si trovasse davvero lì. Era la notte di Natale, sei anni prima, nella casa dei suoi nonni. La stanza che osservava in lontananza era in penombra, illuminata da qualche lucina appesa intorno alla cornice della porta. Dalla cucina provenivano parole taglienti. Due figure stavano litigando furiosamente: Carlo, suo zio, e suo padre. «Non dovevi farlo! - urlava suo papà - L’ho fatto perché loro tacevano! E lui aveva il diritto di sapere!» ribatteva lo zio. Leonardo assisteva da dietro una parete. Non era visto. Era come un fantasma, lo spettatore di qualcosa che già gli apparteneva, ma che non aveva mai ricordato. Carlo gridò l’ultima frase prima di essere cacciato di casa: «Leo deve sapere la verità. Un giorno capirà che l’ho fatto per lui». Improvvisamente Leonardo si fece mogio, tutto ad un tratto aveva capito che lo zio si era allontanato dalla famiglia in seguito a quella litigata. Ma non comprendeva, non ne sapeva il motivo.

Non capiva cosa centrava lui in quella discussione. Esisteva infatti un segreto, che riguarda Leo e lo riguarderà per sempre finchè non gli verrà svelato, ma che sembra non voler uscire fuori. Sempre in quel ricordo Leonardo vedeva lui bambino entrare nel salotto. I genitori cercarono di forzare un sorriso. Gli dissero che lo zio era dovuto partire, che aveva altri impegni. Da quel giorno, Carlo sparì quasi del tutto dalla loro vita. Ma ora, più che mai, Leonardo voleva andare alla ricerca di altri ricordi e segreti caduti nell’ombra. Desiderava capire soprattutto il motivo dietro l’allontanamento dello zio dalla famiglia. Muovendosi all’interno di quel ricordo, trovò una vecchia cartella clinica con un nome annerito e un documento firmato proprio dallo zio.

Anche altre cartacce, ma non riusciva a leggerle. Tutto era sbiadito dal tempo, o forse si era solo esaurito il tempo del ricordo? Tutto appariva molto confuso, più camminava e più diventava tutto più buio. Come non detto, si diresse verso la porta attraverso cui era entrato e cominciò a vagare nuovamente per quella città. Si fermò nella piazza della Vittoria di Dolì. Guardò il cielo. Non pensava più a come tornare a casa. Non subito. Ora sapeva perché era lì. Dolì non era un errore, un incidente. Era destino. Come se quella città dei segreti lo stesse aspettando da sempre. Non per perdersi, ma per ritrovarsi. Forse i suoi genitori avevano nascosto qualcosa. Probabilmente era proprio a Dolì che avrebbe scoperto chi era davvero. Ma per questo serve aspettare il prossimo martedì. Ora, il viaggio è cominciato.

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