Scassarompifracassino

MARTEDÌ HORROR Storie di paura per piccoli coraggiosi, a cura di Francesca Fornaroli

Non tutti conoscono la storia di Scassarompifracassino. Un piccolo gnomo dal cappello a forma di trombetta, che emetteva un “PEET” ogni volta che veniva toccato, i suoi capelli erano arruffati e la barba sempre sporca di briciole di biscotti. Era malvagio, non perché era violento o ladruncolo ma ben peggio: rompeva il silenzio. Un problema vero e proprio: una volta che i bambini si addormentavano, Scassarompifracassino sgattaiolava nelle case, svitava le gambe dei tavoli così scricchiolavano, apriva i rubinetti per farli gocciolare con un “toc toc toc” tutta la notte, e pizzicava persino le molle del letto per farli fare “boing!” ogni volta che qualcuno si girava nel sonno. Come farlo smettere? «Dovete indovinare il mio nome!» urlava a gran voce. Ora capite bene che indovinare un nome come il suo è un’impresa difficilissima. Alcuni stremati tentarono con i nomi più assurdi: Giangiuseppino, Scricchioluzzo, Gnomino, Zittoladro...ma nulla da fare. Lo gnomo rideva, faceva un giro su se stesso e rilasciava un sonoro “PEET!” dal suo cappello. Persino un pappagallo esausto provò a urlare “Trottolino!” nel cuore della notte. Ma nessuno, alla fine, riuscì davvero a indovinare il suo nome. Eppure una notte, non si sa come, qualcuno o qualcosa gli intimò di smetterla. Forse fu la Luna. Qualche gatto domestico che stufo gli tirò una zampata sul cappello. O forse fu solo una mamma molto arrabbiata. Fatto sta che da allora, Scassarompifracassino non ha più disturbato come prima. Ogni tanto si sente ancora un toc toc toc dal lavandino, o un boing dal materasso...ma mai per troppo tempo. Certo è che se sentite qualche suono diverso dal solito è lui, ma non spaventatevi. È solo Scassarompifracassino, che in fin dei conti non fa male a nessuno e che sotto sotto sa di essere stato scoperto.

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